Il settore delle scommesse ha perso il 17,3% degli occupati nel 2024, segnando la contrazione più netta tra le professioni dello spettacolo e dell’intrattenimento. A risentirne sono soprattutto i lavoratori dei punti fisici, penalizzati da digitalizzazione, incertezza normativa e dal riordino del comparto.
Il mondo del gioco, registra un calo occupazionale allarmante. Secondo i dati aggiornati dell’INPS, nel 2024 il comparto degli addetti alla ricezione delle scommesse ha subito una contrazione del 17,3% rispetto all’anno precedente. È la flessione più marcata tra le categorie monitorate nell’ambito delle professioni legate allo spettacolo e all’intrattenimento, e riflette le profonde trasformazioni in atto nel settore. Il dato si riferisce in particolare alle figure professionali impegnate nei punti di accettazione delle scommesse, un’attività svolta prevalentemente in agenzie dedicate, sale giochi o corner presso altri esercizi commerciali. Il calo sembra essere il risultato congiunto della crescente digitalizzazione dell’offerta, del progressivo spostamento dei giocatori verso il canale online e delle incertezze normative che gravano sul comparto.
Anche altre figure dello spettacolo non sono immuni da questa tendenza. Gli attori hanno registrato una flessione del 13,3%, in larga parte riconducibile al fermo degli spettacoli e numerose maestranze tecniche del settore audiovisivo (raggruppamento A) hanno subito un calo del 7,4%. A rendere ancora più delicata la situazione degli addetti alla ricezione scommesse contribuisce l’imminente riordino del gioco fisico, annunciato dal Governo nei mesi scorsi e atteso a breve. Il nuovo assetto normativo, finalizzato a una maggiore razionalizzazione e sostenibilità della rete, prevede una riduzione dei punti autorizzati, in linea con gli obiettivi di tutela della salute pubblica e contrasto al gioco illegale.
Resta da capire quale sarà l’impatto occupazionale di questo intervento. Il timore, per molti operatori del comparto, è che il ridimensionamento della rete comporti ulteriori tagli ai posti di lavoro, con effetti rilevanti soprattutto per le micro e piccole imprese attive nel settore del gioco e per chi rappresenta una componente importante dell’economia locale.
I dati dell’INPS, dunque, non solo fotografano una crisi già in atto, ma sollecitano una riflessione urgente: il riordino del gioco non può prescindere da una strategia che includa strumenti di tutela, riconversione e formazione per i lavoratori coinvolti. In gioco non c’è solo il futuro del comparto, ma anche la tenuta sociale di centinaia di famiglie che da esso dipendono.