Secondo il senatore Antonio De Poli (Udc) la vera sfida della riforma del gioco pubblico sta nel trovare un accordo armonico tra tutte le istituzioni.
Scritto da Daniele Duso
Nel 2025 il settore del gioco attende altre importanti novità, dopo che il 2024 ha visto la riforma dell’online e l’approvazione di una Manovra che ha introdotto misure importanti in materia. Una delle disposizioni che più ha fatto discutere è stata l’abolizione delfondo e dell’osservatorio dedicati al contrasto del gioco d’azzardo (del quale si è parlato anche in occasione dell’esame del Dl emergenza e Pnrr)e alle relative patologie, confluiti in unico fondo e un unico Osservatorio per tutte le forme di dipendenza. Ne abbiamo parlato con il senatore Antonio De Poli (Unione di centro), che in passato ha ricoperto anche la carica di coordinatore nazionale degli assessori regionali alle Politiche sociali e che oggi è questore del Senato e membro delle commissioni Politiche dell’Unione europea e del Comitato parlamentare Schengen, Europol e immigrazione, partendo proprio dalle misure che la legge di Bilancio prevede per il settore.
Senatore, da politico che ha sempre avuto un occhio di riguardo per il sociale, qual è il suo punto di vista?
“La manovra istituisce un Fondo per le dipendenze patologiche pari a 94 milioni. Di questi il 34 percento viene destinato al gioco d’azzardo patologico. Con una deroga ai limiti di spesa per le assunzioni nel Servizio sanitario nazionale, limitatamente alle prestazioni dei Piani regionali di prevenzione delle dipendenze patologiche, si autorizza inoltre l’impiego del 30 percento di queste risorse per l’assunzione a tempo indeterminato di personale sanitario e sociosanitario da destinare ai servizi pubblici per contrastare le dipendenze. È un passo in avanti, concreto e tangibile. Dobbiamo fare sicuramente di più, ma è un passo nella giusta direzione.”
Facendo un passo indietro, l’anno nuovo si è aperto con una legge di Bilancio che ha suscitato anche qualche polemica. A suo avviso le priorità su cui ha deciso di puntare il Governo sono sufficienti per garantire una ripresa economica solida e inclusiva del nostro Paese?
“La manovra che abbiamo approvato definitivamente in Senato è fortemente orientata alle imprese e al mondo produttivo ed è attenta alle famiglie e alle fasce sociali più deboli. Il centrodestra al Governo archivia definitivamente l’assistenzialismo del passato e inaugura una nuova stagione, seppure nel quadro difficile di tenuta dei conti pubblici, improntata al taglio delle tasse, come dimostrano i 2/3 della Manovra impiegati per la riforma Irpef e per rendere strutturale la riduzione del cuneo fiscale per i redditi fino a 40 mila, e oltre 1,5 miliardi a sostegno della natalità e dei nuclei familiari. Famiglia e lavoro sono e restano il cuore della nostra agenda politica, perché secondo noi sono questi i ‘pilastri’ che rappresentano le premesse per garantire una prospettiva di fiducia e di futuro al sistema-Paese.”
Tornando al settore del gioco pubblico, già in passato lei ha espresso la necessità di regolamentarlo meglio. Quali sono le principali riforme che considera essenziali per garantire un settore più sicuro e responsabile?
“Stiamo parlando di una tematica delicata e complessa. Non possiamo e non dobbiamo dimenticare l’imperativo più importante di tutti: contrastare la dipendenza dal gioco d’azzardo, tutelando in modo particolare i giovani che, secondo le ultime ricerche, sono più attratti dal gioco online. Credo sia indispensabile una regolamentazione rigorosa e trasparente, che deve essere funzionale alla diffusione del gioco sicuro e responsabile, comunque coerente con l’esigenza di tutela dei soggetti più vulnerabili.”
Un paio d’anni fa lei aveva proposto anche un disegno di legge contro la dipendenza del gioco con vincita in denaro, proponendo anche la confisca per gli apparecchi illegali. Pensa che sia un testo superato dalle recenti riforme o rimane attuale?
“La mia proposta di legge rientra nell’ambito dell’iniziativa legislativa del Parlamento, fermo restando quella del Governo. Penso che si tratti di una proposta attuale, anche perché – come ci dicono i dati – la dipendenza del gioco d’azzardo è un fenomeno in crescita, che ha un costo fra l’altro per il Servizio sanitario nazionale. Nella mia proposta di legge – che prevede il divieto di introdurre le slot machine in luoghi pubblici o aperti al pubblico – è prevista fra l’altro anche la confisca degli apparecchi illegali. In parallelo, però, dobbiamo contrastare con strumenti ancora più efficaci, il gioco illegale sia off che online, investendo di più sulla prevenzione e promuovendo campagne di informazione e sensibilizzazione sui rischi derivanti dal gioco d’azzardo.”
Il Governo sta attuando in questi mesi la riforma del settore, dapprima puntando sul gioco online e, in questo periodo, su quello fisico, anche se quest’ultima fase, come abbiamo riportato nei giorni scorsi, probabilmente si dilungherà pià del previsto. Quali considerazioni si sente di fare in merito?
“Per regolamentare il settore del gioco è essenziale una riforma profonda e complessiva. Questo Governo, come sappiamo, ha varato ad aprile scorso un decreto legislativo di riordino. Ciò che è emersa è la necessità di superare le differenze fra le diverse leggi regionali per mettere ordine al comparto e superare la frammentazione normativa. Dobbiamo lavorare assieme e fare squadra contro la dipendenza. Come recita uno slogan, l’azzardo non è un gioco. Lo dimostrano le cifre: nel 2023 si è registrata una crescita del fenomeno pari al 3,4 percento sull’anno precedente, addirittura del 18 percento rispetto al 2019. Sono numeri importanti, che impongono una riflessione da parte di tutti.”
Cosa potrebbe fare ancora lo Stato nella lotta contro la ludopatia, quali misure specifiche ritiene più efficaci secondo la sua esperienza?
“Nella lotta contro la ludopatia dobbiamo rendere tutti gli attori responsabili. Bisogna fare di più sul fronte dell’educazione e della formazione: è fondamentale conoscere i rischi e effettuare azioni preventive in modo da scongiurare che le persone cadano nel ‘vortice’ del gioco d’azzardo, tutelando quindi anche e soprattutto i soggetti più vulnerabili. Secondo noi una regolamentazione complessiva del settore del gioco ha diverse linee di azioni e una di queste, la più importante, è il contrasto alla ludopatia, investendo maggiori risorse sulle campagne di prevenzione.”
Tuttavia, l’apporto fiscale del gioco pubblico alle casse dello Stato è molto importante. Lei ritiene che si possa trovare un equilibrio fra le esigenze dell’Erario e la necessità di tutelare la salute pubblica?
“Assolutamente sì, credo che questo equilibrio sia possibile , soprattutto perché – lo ricordo – non investire risorse contro la dipendenza da gioco d’azzardo nell’immediato porta forse più risorse all’erario pubblico ma nel lungo termine sottrae risorse alla sanità pubblica, con tutti i costi relativi all’assistenza e alle cure di chi è affetto da ludopatia.”
Uno dei problemi sorti nel percorso di riforma del gioco fisico è la diversa visione tra Stato ed Enti locali, sui quali negli ultimi anni è gravato spesso il peso sociale della ludopatia. Il ministero dell’Economia ha fatto una sua proposta, già valutata dalla Conferenza delle Regioni…
“Condivido il metodo assunto dal ministero dell’Economia che ha promosso un tavolo Stato enti locali per arrivare ad una riforma più condivisa possibile. Detto questo, il tema del gioco d’azzardo o patologico non è solo un problema di introiti. Come ha detto lei, Regioni e Comuni condividono anche e soprattutto il costo sociale delle ludopatie. È quindi un tema che richiede una risposta chiara, integrata e armonica tra tutte le istituzioni competenti. Questa è la vera sfida della riforma.”