Redazione Jamma
Durante un’interrogazione alla Camera dei Lord che si è svolta in questi giorni, Lord Foster of Bath ha sollevato un tema cruciale per la regolazione del gioco d’azzardo nel Regno Unito, chiedendo al Governo se fosse in corso una valutazione indipendente sugli effetti della pubblicità del settore, ovvero non commissionata o influenzata dall’industria stessa. La risposta è arrivata dalla Baronessa Twycross, Baroness in Waiting e rappresentante del Governo, la quale ha confermato che attualmente non esiste una valutazione autonoma condotta dalle autorità pubbliche.
Secondo quanto dichiarato dalla Baronessa, è stato il Betting and Gaming Council, organo rappresentativo dell’industria del gioco d’azzardo, a commissionare un rapporto specifico sulla pubblicità, la cui pubblicazione è attesa a breve. Il Governo ha ribadito l’impegno a esaminare le migliori evidenze disponibili provenienti da fonti diverse e a lavorare con tutti gli attori coinvolti, al fine di garantire misure efficaci per la tutela delle persone più a rischio.
Tuttavia, questa impostazione ha sollevato dubbi tra i sostenitori della riforma del settore e negli ambienti della salute pubblica, che da tempo chiedono una valutazione realmente indipendente. Affidare all’industria stessa la responsabilità di valutare l’impatto delle proprie pratiche di marketing, infatti, pone un evidente problema di conflitto d’interessi. Già in passato, diverse organizzazioni e studi parlamentari hanno raccomandato la creazione di un organismo esterno e indipendente, capace di analizzare con rigore e imparzialità gli effetti della pubblicità sul comportamento dei giocatori e, in particolare, sulle fasce più vulnerabili della popolazione.
La pubblicità del gioco d’azzardo è da anni al centro del dibattito pubblico e politico nel Regno Unito. Il Libro Bianco pubblicato nel 2023 ha rappresentato un punto di svolta, introducendo l’ipotesi di nuove limitazioni e criteri più severi, ma la loro attuazione concreta resta ancora incerta. Intanto, le campagne promozionali, in particolare nel mondo dello sport e nei media digitali, continuano a suscitare interrogativi sulla loro compatibilità con l’obiettivo di proteggere chi è più esposto al rischio di dipendenza.
Il confronto parlamentare sollevato da Lord Foster dimostra come il tema della pubblicità resti centrale nell’agenda delle riforme del gioco d’azzardo e come la questione dell’indipendenza delle valutazioni debba essere affrontata con urgenza, per garantire che le politiche pubbliche siano guidate da dati affidabili e non dalle dinamiche di un settore fortemente interessato ai risultati.