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Gioco, la salute al centro del riordino

Vullo (Kogem) su bando per le concessioni giochi online: “Tra incertezze e costi insostenibili il settore rischia il collasso”

“Abbiamo appreso che il TAR del Lazio affronterà la questione della sospensione del bando per le concessioni online nella seduta del 7 maggio. Questa decisione ha lasciato perplessi gli operatori del settore, poiché la tempistica è estremamente ravvicinata rispetto alla scadenza del 30 maggio, data ultima per la presentazione delle offerte.

Molti avrebbero preferito una decisione anticipata, per avere maggiore chiarezza su un bando che sta generando forti perplessità e preoccupazioni tra aziende già attive e nuovi potenziali concessionari. Allo stato attuale, le società stanno ancora analizzando nei minimi dettagli la convenzione di concessione, cercando di comprendere le numerose novità, sia sul piano amministrativo che su quello tecnologico” sottolinea Salvatore Vullo (Kogem) in una sua analisi  delle criticità del bando e l’attesa decisione del TAR Lazio. 

Uno dei temi più dibattuti riguarda il costo spropositato del bando. Mentre nell’ultima gara il costo per ottenere una concessione era di 250.000 euro, oggi si parla di un investimento che potrebbe superare i 7 milioni di euro. Un aumento che appare ingiustificato e insostenibile, specialmente per i piccoli e medi operatori.

A ciò si aggiunge un continuo inasprimento della tassazione, accompagnato da nuove limitazioni che incidono direttamente sulla raccolta di gioco. Tra queste, una delle più controverse è quella che riguarda la fascia d’età 18-24 anni, per la quale si prevedono restrizioni sulla prima attivazione dei conti di gioco. Una misura che appare discriminatoria e che, secondo gli operatori del settore, potrebbe spingere i giovani giocatori verso piattaforme illegali, vanificando anni di lavoro dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM) nella lotta alla ludopatia e al gioco irregolare.

Rischio di Ritorno al Gioco Illegale

Negli ultimi dieci anni, ADM e SOGEI. hanno ottenuto risultati importanti nel garantire la sicurezza dei giocatori e nel contrastare le piattaforme non autorizzate. Tuttavia, un cambiamento di tale portata rischia di riportare il settore indietro di un decennio, facilitando la migrazione dei giocatori verso circuiti non regolamentati, più difficili da controllare con i mezzi attuali.

Salvatore Vullo, esperto del settore e rappresentante di Kogem, evidenzia che molti professionisti del comparto – commercialisti, studi legali e consulenti – hanno sottolineato come le nuove clausole della convenzione porteranno il costo delle concessioni ben oltre i 7 milioni di euro, con effetti devastanti per l’intero mercato.

Piani di Investimento e Clausole Controverse

Un altro aspetto altamente problematico è il Piano degli Investimenti, regolato dall’Articolo 8 della convenzione. Secondo questo articolo, a partire dal terzo anno di concessione, ADM potrà imporre ulteriori investimenti minimi, pari allo 0,03% della raccolta media di tutti i concessionari dell’anno precedente.

Ma perché il calcolo viene fatto sulla raccolta media generale, e non su quella di ogni singolo concessionario? E perché basare gli investimenti sulla raccolta complessivainvece che sull’utile netto (giocato – vinto – tasse pagate)?

Queste domande restano senza risposta, alimentando dubbi sulla sostenibilità economicadelle nuove concessioni e sulla trasparenza dell’intero processo.

Difficoltà nel Reperire Garanzie Assicurative

Un altro nodo cruciale riguarda le garanzie assicurative richieste per partecipare al bando. Mentre in passato era sufficiente una fideiussione da 200.000 euro, oggi si richiede una garanzia da 3,5 milioni di euro.

Pasquale Falzarano, intermediario assicurativo con una lunga esperienza nel settore, sottolinea che il nuovo bando impone garanzie irrevocabili, autonome e a prima richiesta, una condizione che complica enormemente l’ottenimento di fideiussioni da parte delle compagnie assicurative tradizionali.

Se questa clausola non verrà modificata, molte società potrebbero essere costrette a versare direttamente i 3,5 milioni di euro presso la Ragioneria dello Stato, un’opzione insostenibile per la maggior parte degli operatori.

Tempistiche e Incertezze Operative

Le società interessate al bando temono che si ripeta quanto accaduto nel 2018, quando i nuovi concessionari dovettero attendere da 6 a 12 mesi prima di ottenere l’approvazione da ADM per iniziare le attività.

Ora, con costi molto più elevati, eventuali ritardi potrebbero generare perdite economiche ingenti. Inoltre, tutti i concessionari – sia quelli già attivi che i nuovi entranti – dovranno sottoporsi a nuove certificazioni, un processo che potrebbe allungare ulteriormente i tempi di operatività.

Anche chi ha aderito alla proroga tecnica e non parteciperà al bando dovrà spegnere le proprie concessioni entro il 17 settembre, generando ulteriore incertezza per gli utenti.

Gioco Patologico e Conseguenze Sociali

Un altro punto critico riguarda le implicazioni sociali del nuovo bando. Psicologi ed esperti di ludopatia avvertono che le limitazioni imposte ai giocatori tra i 18 e i 24 anni potrebbero avere un effetto contrario a quello desiderato.

Molti di questi utenti, impossibilitati ad accedere alle piattaforme regolamentate, potrebbero essere attirati da siti illegali, privi di qualsiasi tutela contro il gioco patologico.

Inoltre, chiudendo i conti di gioco di coloro che sono registrati su piattaforme che non parteciperanno al bando, si rischia di disperdere la clientela e incentivare il passaggio verso soluzioni non regolamentate.

Un Futuro Incerto per il Settore del Gioco

Secondo Salvatore Vullo, il settore del gioco regolamentato si trova in una situazione di grave incertezza, stretta tra costi proibitivi, regole complesse e tempistiche ristrette.

L’impressione generale è che la fretta del Governo, spinta da esigenze di natura fiscale, abbia generato un bando confuso e difficilmente sostenibile.

Ora, tutto dipende dalla decisione del TAR del Lazio: se il 7 maggio non verrà concessa una sospensione del bando, il settore del gioco potrebbe affrontare un cambiamento drastico e disastroso.

Il rischio di tornare indietro di dieci anni, con un incremento del gioco illegale e una perdita di competitività per il mercato regolamentato, non è più una semplice ipotesi: è una realtà che sta già prendendo forma.

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