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Easg 2024, Remmers: ‘Fondamentale avere giocatori sani che si divertano’

Pieter Remmers, Ceo di Assissa Consultancy Europe, traccia un bilancio di Easg 2024: ‘Nel gioco l’intrattenimento è la cosa più importante’.

Scritto da Carlo Cammarella

Quattro giornate in cui si è parlato e discusso di gioco a 360 gradi passando dal tema della responsabilità, a quello dell’intelligenza artificiale, fino a parlare anche di cooperazione internazionale. E ora che la European conference on gambling studies and policy issues è appena terminata, è giunto il momento di fare un bilancio di quello che è stato, osservando gli argomenti da diverse angolature. A fare il punto è Pieter Remmers, Ceo di Assissa Consultancy Europe, e organizzatore dell’evento che si è svolto al Lifestyle hotel di Roma dal 10 al 13 settembre.

Per prima le va di fare un bilancio di questi tre giorni di conferenza?

“In linea di massima è facile perché tutti i relatori proposti erano alla conferenza, quindi non abbiamo avuto alcuna cancellazione. E quello che ho sentito da tutte le persone che hanno partecipato è che erano molto contente del programma e di tutte le differenze che c’erano all’interno, in particolare della parte sulla ricerca che è stata fatta giovedì mattina.”

Nel corso di questi giorni si è parlato molto del gioco responsabile. Secondo lei quale sarà il suo futuro in Europa?

“Lavoro nell’industria del gioco responsabile da più di 35 anni. Ho iniziato nel 1988 e se si guardano tutti i diversi paesi, soprattutto in Europa e anche all’estero, il gioco responsabile, quello sicuro, o come lo si voglia chiamare, sta diventando sempre più importante non solo su base volontaria ma anche da un punto di vista di attuazione per mezzo delle normative. Quindi, al giorno d’oggi i regolatori sono molto ansiosi di prestare attenzione a questo progetto. La domanda che mi pongo è: quanto possiamo andare lontano? Voglio dire, ai vecchi tempi ero solito avere delle diapositive al termine della mia presentazione ma alla fine della giornata è il singolo giocatore che è responsabile del proprio comportamento. Ora non mi è più permesso dirlo perché gli operatori sono ritenuti responsabili anche del comportamento del singolo cliente. Quindi, se non si presta abbastanza attenzione al fatto che le persone dovrebbero essere controllate e limitate in una certa misura, allora non lo si fa nel modo giusto e si riceve una multa dalla propria autorità di gioco.”

Quale sarà invece il futuro dell’intelligenza artificiale?

“Onestamente quello che ogni tanto penso è che tutti quelli coinvolti nell’intelligenza artificiale pensano che sia la soluzione per il futuro. Penso che sia una parte della soluzione e che di conseguenza può aiutare a creare e identificare le cose in una fase precoce. Tuttavia è ancora necessario il contatto faccia a faccia con il dipendente, con il ragazzo del trattamento e anche con il giocatore stesso. Quindi l’Ia può aiutare ma non è la soluzione al 100 percento secondo me.”

Cosa bisognerebbe fare per portare avanti una buona regolamentazione dell’intelligenza artificiale?

“Non sono un avvocato ma prima abbiamo avuto una presentazione in cui è stato spiegato cosa si sta facendo a livello di Unione Europea e poi si hanno cose come il Gdpr (regolamento generale sulla protezione dei dati). Tutte queste cose che sono importanti e la domanda è fino a che punto ci si spinge? Quali sono le informazioni che si possono condividere o che è consentito condividere? E abbiamo ascoltato anche Monika Racek di Admiral Casino in cui hanno detto di avere  tante informazioni sul singolo giocatore. L’unica cosa da capire è se ci è permesso usarle oppure in che modo potremmo usarle.”

Quanto è importante per lei una cooperazione a livello internazionale?

“Per me la coooperazione è fondamentale al 100 percento. Penso che tutte queste diverse parti interessate debbano lavorare insieme. Quindi è una questione di regolatori, una questione dell’industria, una questione di persone che lavorano nel campo del trattamento e nell’area della ricerca. Questo a volte può diventare un intoppo: conosco dei ricercatori, che definisco estremisti, che non vogliono lavorare insieme all’industria perché secondo loro la ricerca che svolgono deve rimanere separata. Tuttavia penso che sia importantissimo che tutte queste parti interessate lavorino insieme perché hanno tutte lo stesso interesse. Nessuno vuole che le persone diventino dipendenti e tutti vogliono giocatori sani che si divertano. Almeno questo è quello che penso riguardo le cose che si stanno facendo: che si tratti di gioco o scommesse è l’intrattenimento la cosa importante.”

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