Il deputato M. Philippe Latombe, esponente dell’Assemblea Nazionale e membro del partito Renaissance di Emmanuel Macron, presenta una proposta di legge per legalizzare i casinò online in Francia.
Il disegno di legge 1248 propone principalmente una moratoria iniziale di cinque anni durante la quale i casinò online saranno gestiti solo dagli operatori nazionali esistenti. L’articolo 2 fissa la fine di tale periodo transitorio al 1° gennaio 2030, dopodiché il mercato verrebbe aperto agli operatori internazionali. La ragione di questa organizzazione è quella di proteggere gli operatori esistenti e consentire un avvio stabile del mercato prima della completa apertura alla concorrenza. “Se l’apertura fosse totale e immediata – recita il ddl – sconvolgerebbe i nostri quadri normativi e indebolirebbe l’industria nazionale dei casinò e l’equilibrio economico dei comuni in cui ha sede. Ciò potrebbe quindi portare a conseguenze potenzialmente devastanti per l’occupazione in questo settore”. Secondo il disegno di legge, le autorità statali e locali potranno tassare i casinò online con la stessa aliquota applicata ad altre forme di gioco d’azzardo.
Il casinò online non è attualmente legale in Francia, anche se le scommesse sportive online e il poker lo sono, così come i casinò terrestri. Latombe ritiene necessario un cambiamento poichè i consumatori tendono a preferire il gioco d’azzardo online. Tuttavia, con i casinò su Internet attualmente ritenuti illegali, ciò ha costretto i consumatori a giocare d’azzardo con siti offshore e senza licenza che non offrono misure di protezione.
Legalizzare i casinò online e rilasciare licenze agli operatori approvati, afferma il disegno di legge, contribuirebbe a creare un ambiente più sicuro per i giocatori. Questo mercato aiuterebbe anche a generare entrate fiscali aggiuntive per il paese.
“Il divieto in vigore contro i casinò online sta raggiungendo i suoi limiti, anche se le autorità cercano di identificare e bloccare i siti illegali utilizzando gli ordini del tribunale”, afferma il disegno di legge.
“Di fronte a questi sviluppi, sembra che il regime di divieto assoluto sia di fatto poco protettivo per i consumatori. Ciò giustifica il sollevare la questione dell’evoluzione del quadro giuridico francese al fine di adattarlo alle nuove pratiche”.
La Redazione