Foto di Guillaume Perigois (Unsplash)
Catherine Griset del gruppo Pfe, in un’interrogazione alla Commissione europea, evidenzia che gli aiuti Ue all’industria videogiochi sono modesti.
Scritto da Cc
Rafforzare l’industria europea dei videogiochi. Questo il tema affrontato nell’interrogazione presentata alla Commissione europea dal membro del Parlamento europeo, Catherine Griset, del gruppo Patrioti per l’Europa (Pfe). Nella premessa si legge che “nel 2022, il fatturato dei videogiochi in Europa è stato di 24,5 miliardi di euro. Ci sono 110.000 posti di lavoro nel settore, di cui circa 20.000 in Francia”.
Nonostante questo l’eurodeputata francese afferma che “l’industria è in pericolo: in primo luogo, gli sviluppatori di videogiochi europei vengono acquistati da società straniere. Ad esempio, Quantic Dream, una società francese, è stata acquisita dalla società cinese NetEase. Un’altra società francese, Ubisoft, potrebbe anche essere acquisita dalla cinese Tencent”.
A questo bisogna aggiungere che “l’Europa è rimasta indietro nello sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa, che potrebbe dare un forte impulso alla creazione di videogiochi a un costo ridotto. Nonostante queste sfide, gli aiuti dell’Unione europea per la nostra industria dei videogiochi sono modesti (6 milioni di euro per i videogiochi tramite il filone Media del programma Europa creativa nel 2022)”.
Per questo motivo Catherine Griset pone alla Commissione alcuni quesiti. In primis “quale percentuale di videogiochi acquistati sul mercato dell’Ue è europea?” In secondo luogo “la Commissione subordina la concessione degli aiuti dell’Ue al mantenimento di studi in Europa da parte delle società?” In conclusione chiede anche se la Commissione intende “creare una banca dati europea per addestrare l’intelligenza artificiale generativa nei videogiochi?”
