Renato Balduzzi © Consiglio superiore della magistratura – Sito ufficiale
Fra quanti criticano le misure inerenti il gioco pubblico contenute nella legge di Bilancio per il 2025 c’è anche Renato Balduzzi, ex ministro della Salute e “padre” del decreto che nel 2012 inserì fra i Lea – Livelli essenziali di assistenza anche la ludopatia, promosse la prima stretta sulla pubblicità e introdusse il principio della distanza minima delle location di gioco dai “luoghi sensibili”.
Lo fa attraverso un’intervista resa all’agenzia di stampa Ansa, partendo dalla decisione di cancellare il fondo e l’osservatorio nazionale per il contrasto al gioco patologico, e di sostituirli con un fondo e un osservatorio dedicati a tutte le forme di dipendenza: “I numeri sul gioco d’azzardo sono in crescita ed allarmano; non si comprende quindi la ratio di questa decisione”, esordisce.
Balduzzi, ora professore di Diritto costituzionale all’Università Cattolica di Milano, ricorda che con la nuova legge di bilancio “vengono fatti confluire in unico fondo e un unico Osservatorio per tutte le forme di dipendenza le risorse e le attività attualmente in capo all’esistente fondo e Osservatorio specificamente dedicati al contrasto del gioco d’azzardo e alle relative patologie”. Una decisione, afferma, della quale “non si comprendono le ragioni, dal momento che il fondo e l’Osservatorio funzionano e svolgono compiti importanti in ordine alle patologie legate all’azzardo. Invito il Governo a ripensarci”.
L’ex ministro non è d’accordo neppure sulla stabilizzazione dell’estrazione settimanale aggiuntiva per il Lotto e il SuperEnalotto introdotta nel 2023 per supportare le popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dall’alluvione a maggio, e sulla proroga delle concessioni di giochi in scadenza: “Da un lato si incentivano i giochi, a fronte di numeri allarmanti rispetto alla deriva patologica e alle dipendenze dal gioco, mentre dall’altro si abolisce un organismo deputato, con fondi ad hoc, proprio al contrasto di tali dipendenze”.