IFoto Trang Nguyen – (Unsplash)
n Regno Unito è polemica sullo sviluppo di sale slot aperte aperte h24: uno spunto per far riflettere chi chiede di destinare il gioco in soli centri specializzati.
Scritto da Alessio Crisantemi
Si fa presto a dire: spostiamo il gioco con vincita in denaro unicamente all’interno di sale specializzate, togliendolo dai luoghi promiscui e di prossimità. E in effetti, questa, è una proposta – e una presunta “soluzione”, da parte di chi non vuol vedere il gioco nelle città – che sentiamo ripetere spesso, quando si parla di introdurre nuove regole di distribuzione e di Riordino dell’offerta, per usare un termine di più stretta attualità e particolarmente in voga in questo periodo (e, anzi, fin da troppo tempo, senza mai approdare a una sintesi).
La tesi è fin troppo banale: per evitare che i frequentatori di bar possano cadere in tentazione vedendo all’interno del locale degli apparecchi da intrattenimento, meglio eliminarli e andarli a collocare unicamente all’interno di “ambienti specializzati”, quali sale slot e vlt, nonché sale bingo, agenzie di scommesse e così via. In questo modo, sostengono alcuni, si potrebbe intervenire in maniera seria e concreta contro il Disturbo da gioco d’azzardo patologico (Dga): meglio ancora – aggiungono altri – se queste sale si potranno collocare fuori dai centri cittadini, andando così a “sminare i territori”.
Ma nonostante la seconda ipotesi sia stata ripetutamente “smontata” sul piano politico nonché dal punto di vista scientifico, dimostrando chiaramente come questo passaggio creerebbe soltanto un effetto di “ghettizzazione” del gioco, andando semmai a compromettere le periferie delle città (spostando semplicemente il “problema”, invece che risolverlo o affrontarlo in maniera concreta, con il rischio per giunta di peggiorarlo), per quanto riguarda l’idea di restringere il gioco nei soli locali dedicati, continua ad essere ancora in voga in determinati ambienti.
Anche se, va detto, dovremmo restringere il campo, limitandoci a parlare esclusivamente di slot machine (Awp, Amusement with prizes) e non di offerta di gioco a vincita in denaro, visto che solo per questo tipo di giochi si vuole riservare un tale trattamento. E tanto dovrebbe bastare per rendere l’ipotesi un non-senso, oltre ad essere una non-soluzione, visto che togliere le slot dai bar lasciando al loro interno le altre tipologie di giochi, come le lotterie istantanee o i giochi numerici, non andrebbe certo ad allontanare gli italiani dal gioco d’azzardo. Senza contare, peraltro, l’enorme rischio di ricaduta nell’illegalità da parte di quei punti vendita che in questi anni sono riusciti a rimanere in piedi anche grazie alle entrate garantire dai giochi che a quel punto non ci sarebbero più.
Come al solito – non ci stancheremo mai di ripeterlo – il fenomeno del gioco va analizzato in tutta la sua complessità e interezza, magari prendendo spunto anche da ciò che avviene in altri paesi, dove il gioco è stato regolamentato anche prima rispetto all’Italia, come ad esempio la Spagna o il Regno Unito. Solo così si potrebbe essere in grado di proporre soluzioni serie, concrete e davvero praticabili. Sul punto, per esempio, si potrebbe guardare proprio ciò che sta accadendo in Gran Bretagna, dove le polemiche che avevano puntato il dito contro le cosiddette Fobt (macchine simili alle nostre Vlt) avevano invitato il governo ad adottare restrizioni nell’offerta.
Con la conseguenza di veder proliferare l’offerta di gioco in centri specializzati, molti dei quali – per poter mantenere un’offerta competitiva – hanno adottato orari continuati (h24) per assecondare la propria clientela, spesso andando a rimpiazzare gli spazi vuoti lasciati da ex centri commerciali. Al punto che ad oggi si contano oltre 300 centri di gioco per adulti con slot machine, aperti 24 ore su 24, in Gran Bretagna: suscitando preoccupazioni da parte delle organizzazioni benefiche circa i potenziali rischi per i giocatori vulnerabili e provocando reazioni negative da parte degli attivisti, i quali stanno ora spingendo per normative più severe per frenare la crescita del settore. Sostenendo, che i locali di questo tipo “contengono i prodotti di gioco d’azzardo più avvincenti in circolazione, causando miseria alle comunità e apportando scarsi o nessun beneficio economico all’area locale”, come sostiene per esempio Nick Harvey di Gambling with Lives, in un’intervista al The Guardian.
L’Associazione dei direttori della sanità pubblica e l’Associazione degli enti locali hanno fatto eco a queste preoccupazioni, sostenendo nuovi poteri per impedire la proliferazione di questi centri.
Per quella che potremmo quindi definire una nuova “Questione territoriale” a stelle e strisce all’interno della quale, ironia della sorte, che chi dice di preferire la presenza di offerte di gioco “light” all’interno dei locali di prossimità, invece di questi locali specializzati. Anche se John Bollom, presidente della British Amusement Catering Trade Association, ha difeso i centri di gioco per adulti definendoli “locali di intrattenimento popolari” con rigide normative e misure di gioco responsabile. “Le slot machine in questi locali sono a bassa posta in gioco e altamente regolamentate dalla Gambling Commission, e vengono applicati severi controlli sull’età”, ha affermato al quotidiano britannico. “I centri sono una componente della strada principale e una componente essenziale dell’economia notturna. Una piccola minoranza di giocatori può avere problemi e ci impegniamo a garantire i più alti standard possibili di responsabilità sociale e a offrire aiuto ai giocatori se necessario”, ha aggiunto, comprensibilmente. Anche il Dipartimento per la cultura, i media e lo sport ha ribadito il suo impegno nel ridurre i danni correlati al gioco d’azzardo, mentre la Gambling Commission stessa ha osservato che i consigli potrebbero imporre condizioni per garantire pratiche di gioco d’azzardo eque e sicure.
Ecco quindi un’altra situazione che dovrebbe far riflettre chi propone (e promette) soluzioni semplici e immediate a fenomeni altamente complessi come quello del gioco: perchè spostare l’offerta di gioco o canalizzarla in determinati ambiente, significherebbe soltanto nascondere la polvere sotto al tappeto, senza rimuoverla. Andando semmai ad accumularne di più.
