Grave atto di censura nella redazione di Repubblica da parte del direttore Maurizio Molinari. Insorte le firme della testata.
“L’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Repubblica ha approvato a larga maggioranza (164 sì, 55 no, 35 astenuti) una mozione di sfiducia al direttore Maurizio Molinari e proclamato per 24 ore uno sciopero delle firme. Uno sciopero proclamato dal Comitato di redazione per denunciare la gravità dei fatti che hanno portato alla censura del servizio di apertura di Affari&Finanza nel numero dell’8 aprile”, è quanto si legge nella nota del Cdr di Repubblica emessa l’8 aprile.
Centomila copie mandate al macero, nella notte, per un articolo sgradito e sostituito sugli asset Roma-Parigi, tra cui il ruolo del governo italiano con Stellantis. L’inserto economico del giornale, Affari&Finanza, sarebbe dovuto uscire stamattina con un’apertura, firmata da Giovanni Pons, sui legami sbilanciati tra Italia e Francia in tema di politica industriale. Ma nella notte, quando il quotidiano era già stato stampato, le copie sono state distrutte e il pezzo di Pons sostituito con quello del vicedirettore Walter Galbiati: a cambiare sono il titolo, il catenaccio e parte del testo. “Il direttore – denuncia il Cdr di Repubblica – ha la potestà di decidere che cosa venga pubblicato o meno sul giornale che dirige, ma non di intervenire a conclusione di un lavoro di ricerca, di verifica dei fatti e di confronto con le fonti da parte di un collega, soprattutto se concordato con la redazione. In questo modo viene lesa l’autonomia di ogni singolo giornalista di Repubblica e ciò costituisce un precedente che mette in discussione, per il futuro, il valore del nostro lavoro. Il Cdr considera altrettanto grave che l’intervento abbia portato a bloccare la stampa del giornale, in particolare perché la direzione aveva già dato il via libera alla pubblicazione. È indice di una mancata organizzazione che espone ad arbitrarietà incontrollata il lavoro di tutti”.
La Redazione