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Riordino gioco fisico: confronto Regioni-Mef in stallo, rinvio al 14 novembre

© Eric Rothermel / Unsplash

Ancora ostacoli per il riordino del gioco fisico, le parti in causa sono ancora distanti quindi il confronto è stato rinviato al 14 novembre.

Scritto da Redazione

Le misure contenute nel testo della Manovra per il 2025 approdato all’esame del Parlamento che prevedono l’abrogazione del Fondo e dell’Osservatorio per il contrasto al gioco patologico, e la loro sostituzione con il Fondo e l’Osservatorio su “ogni forma di dipendenza”, potrebbero aver reso più difficoltoso, e tortuoso, il percorso verso la concretizzazione del riordino del gioco fisico.

Questa è l’impressione che emerge dopo l’incontro tenutosi oggi, 28 ottobre, fra i rappresentanti del ministero dell’Economia e delle finanze e quelli delle commissioni Sanità e affari finanziari della Conferenza delle regioni e delle province autonome, a proposito della proposta dei vertici del Mefper il riordino del comparto depositata qualche giorno fa, che dovrebbe prevedere anche una riduzione ulteriore del numero degli apparecchi.

Secondo quanto apprende GiocoNews.it, il confronto è stato rinviato al 14 novembre, forse per dare più tempo alle varie parti in causa di formulare delle controproposte ad hoc.

Come affermato dal direttore dei Giochi dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, Mario Lollobrigida, nel suo recente intervento a Iagr 2024quella del ministero dell’Economia e delle finanze è “l’ultima offerta possibile”: l’orientamento principale è quello della valorizzazione dei punti di gioco certificati, che andranno a qualificare l’offerta sul territorio, offrendo adeguate garanzie allo Stato (in tutte le sue derivazioni) ma anche ai cittadini.

Nel documento del Mef – che GiocoNews.it ha potuto visionare in anteprima – vengono stabiliti dei criteri che dovranno essere applicati uniformemente sull’intero territorio nazionale che prevedono la certificazione dei punti vendita che rispettino degli standard minimi per i quali è previsto il superamento del vincolo del cosiddetto “distanziometro” (che, nella proposta governativa, verrebbe quindi azzerato per i punti vendita qualificati), e viene fissato l’orario massimo di limitazione del funzionamento degli apparecchi da gioco che gli enti locali possono decidere, fissando un grado di sei ore, oltre a ricalcare, nella distribuzione dei punti vendita, quelli già prestabiliti nel precedenti provvedimenti relativi alle gare.

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