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Sequestro da 50 milioni a imprenditore slot, cade anche l’ultima accusa

Pioggia di assoluzioni per un imprenditore nel settore delle slot che aveva subito nel 2017 un sequestro da 50 milioni di euro da parte dei Carabinieri.

Scritto da Redazione: GiocoNews

Nel 2017 era salito, suo malgrado, agli “onori” della cronaca per il sequestro da parte dei Carabinieri di beni per un valore di 50 milioni di euro. Sette anni dopo, per l’uomo di Gravina in Puglia, attivo nel settore degli apparecchi da gioco con circa 1.500 slot machines distribuite su tutto il territorio nazionale all’interno di centri scommesse ed esercizi pubblici, si scrive l’ultima e definitiva parola “fine” sulla vicenda.

La Corte d’appello di Bari aveva infatti nel 2019, con sentenza, annullato il provvedimento di confisca dei beni, disponendo l’immediata restituzione all’imprenditore Giuseppe Cassone e ad altri soggetti. Nel 2020, era stato il Tribunale di Bari, sezione III in funzione di Tribunale della prevenzione, a respingere, con un decreto, a rigettare l’istanza di confisca nei confronti di Cassone proposta dal procuratore della Repubblica di Bari, confermando la decisione assunta in ordine al sequestro anticipato.

Restava una terza e spinosa puntata della vicenda, ossia un rinvio a giudizio per presunta calunnia da parte di Cassone nei confronti di alcune persone che avevano sostenuto le accuse mosse verso di lui. Il giudice del Tribunale di Bari Domenico Mascolo ha infatti assolto Cassone dal reato a lui ascritto “in quanto il fatto non costituisce reato”.

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