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Calabria, gioco: sale slot aperte fino a 15 ore e nessun distanziamento dai luoghi sensibili.


Sale slot aperte fino a 15 ore e nessun distanziamento dai luoghi sensibili. Malgrado le rivolte e l’indignazione di massa, dalla Cei al mondo dell’associazionismo impegnato nel contrasto alle dipendenze, in Consiglio regionale della Calabria passerà la proposta di legge della maggioranza in materia di gioco d’azzardo. “Il pericolo vero è che la Calabria faccia da apripista per ogni regione d’Italia”, dichiara monsignor Francesco Savino, vicepresidente per l’Italia meridionale della Conferenza Episcopale Italiana. Un lungo percorso che ha portato a questo risultato. Come ricostruisce Repubblica “La legge di 4 anni fa – spiega Renato Caforio, presidente della comunità terapeutica il Delfino di Cosenza – è una legge inserita nel pacchetto anti ‘ndrangheta che prevede il contrasto alla ludopatia, attraverso l’inserimento di norme di buon senso come la distanza tra una sala slot e luoghi sensibili di 500 metri. Questa modifica della legge fa fare un passo indietro rispetto alla lotta della ludopatia ed è in contraddizione con quanto la giunta sta facendo in materia di contrasto: da una parte la Calabria cerca di contrastarlo e dall’altro lo incentiva”. Quando la notizia della proposta di modifica alla legge è stata resa nota, c’è stato un moto di ribellione pazzesco, la Conferenza episcopale calabrese è uscita con un comunicato durissimo. Il mondo delle associazioni e le fondazioni antiusura gli sono andate dietro chiedendo un incontro urgente con i politici della maggioranza di centrodestra. E anche qualche politico interno alla maggioranza ha preso le distanze dalla decisione. Così la proposta di modifica è saltata, un dietrofront non senza strascichi. Simona Loizzo, capogruppo della Lega che si è appunto messa di traverso, due giorni fa ha ricevuto una lettera in cui veniva destituita da Capogruppo. “Mai nessuno mi ha informata, né è emersa una spiegazione logica e reale e soprattutto formalmente corretta su tale sfiducia formalizzata da Pino Gelardi e Pietro Raso. Vero è – si sfoga la consigliera, già parlamentare – che avevo nei consigli regionali precedenti indicato la mia linea su due diverse leggi, poi ritirate, relative alla nomina del consigliere supplente e sulle slot machine; vero è che la seconda legge sarà ripresentata, ma io sono assolutamente contraria alla sua attuazione”. Dopo aver ricevuto e ascoltato associazioni anti racket e anti ludopatia e la controparte, ovvero cinque società che gestiscono sale slot, il Consiglio regionale ha ricalendarizzato il cambiamento alla legge numero 9 del 2018. “Faccio alcune considerazioni di carattere generale che non possono non imporsi alle coscienze pensanti e ai cittadini più responsabili. La domanda è – chiede Monsignor Francesco Savino – ma tra le tante priorità che devono stare a cuore alla regione Calabria bisognava mettere al centro la questione del gioco d’azzardo che, sappiamo, va a intercettare le persone più fragili che cadono nella rete drammatica della ludopatia? A chi giova questo? Allargare le maglie dell’orario è un regalo gigantesco, anche quelle realtà che sono nate dopo la legge ora hanno gli stessi vantaggi delle vecchie. Siamo davvero preoccupati. Io come vescovo parlo a nome del popolo della nostra curia e delle persone più fragili: il gioco d’azzardo è questione finanziaria, sociale ma anche sanitaria. Non mi si dica che avremo 8000 posti di lavoro, non strumentalizziamo il lavoro”. La scusa infatti con cui la maggioranza propone la modifica è indicare nel provvedimento una risorsa per creare ben ottomila posti di lavoro. Una motivazione che può accecare tante persone. Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana comunità terapeutiche sostiene che “la Calabria dimostra ancora una volta di essere all’avanguardia per le cose negative, la cosa più drammatica è la normalizzazione delle dipendenze, passiamo un messaggio educativo che è il contrario di quanto dovrebbe essere, stiamo dicendo il gioco che male fa? Non si costruisce sviluppo e lavoro sulla pelle delle persone. Il gioco d’azzardo uccide le persone socialmente e psicologicamente, così come uccide le famiglie e la rete sociale che sta intorno. La sensazione che abbiamo è che la lobby del gioco si stia muovendo a livello nazionale contro i limiti nazionali e che la Calabria possa fare da apripista”.

La Redazione

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