Fatta la legge, trovato l’inganno. Succede a Cesena, nell’agenzia di via del Mare, quartiere Fiorita, a poche centinaia di metri dallo stadio Manuzzi. Una sala storica come spiega il titolare Daniele Ferrini, 72 anni, decano del settore: “L’agenzia è aperta dal 1984”. Una sala a rischio chiusura (http://cifonenews.comma3.com/cesena-a-rischio-chiusura-10-sale-slot/ ) se non fosse per l’escamotage ideato dal proprietario: una ‘gincana’, prima dell’ingresso, delimitata da una rete metallica di oltre 130 metri che guida i giocatori verso l’entrata. La ragione di questo ‘escamotage’ è rientrare nei parametri della nuova legge regionale anti-ludopatia, ossia rispettare la distanza di 500 metri da luoghi ritenuti sensibili, in primis scuole, chiese, impianti sportivi, luoghi di aggregazione giovanile e oratori.
“E’ una legge pazzesca – spiega Ferrini – l’alternativa era chiudere. Non ritengo di essere furbo, e penso in questo modo di rispettare la normativa. Mi è stata contestata la presenza, come luogo sensibile, della chiesa di San Pietro Apostolo a 370 metri di distanza dalla sala. La legge richiede una distanza di almeno 500 metri, che ora è rispettata”.
Gli scommettitori sono dalla parte del titolare: “Non è così che si combatte la ludopatia – spiega un giocatore alla stampa locale (http://www.cesenatoday.it/cronaca/agenzia-scommesse-cesena-legge-regionale-ludopatia.html) – si vuole tenere lontano il gioco d’azzardo dai giovani? Ormai ci sono mille modi per giocare, anche online, mi sembra un provvedimento ipocrita”.
“Il 12 agosto mi è stato notificato il provvedimento di chiusura – spiega il titolare della sala giochi – ho impugnato e ho fatto queste modifiche, ho presentato tutta la documentazione al Comune e sono fiducioso. Del resto mi pare che anche la sala bingo dell’Ippodromo abbia fatto o stia facendo una cosa simile (http://cifonenews.comma3.com/cesena-sala-bingo-sposta-ingresso-principale-per-aggirare-il-distanziometro-bertani-m5s-le-regole-vanno-rispettate-non-aggirate/). Chiudere l’agenzia sarebbe un dramma, significherebbe mandare a casa cinque lavoratori, togliere al quartiere un luogo di ritrovo ‘pulito’, non abbiamo mai avuto nessun tipo di problema nella nostra agenzia. Ci sentiamo cittadini di serie b perché queste regole sono state imposte solo in alcune Regioni come Emilia Romagna, Puglia e Veneto”.
La Redazione