ultime notizie

Attualità, Gaming

Codacons diffida formalmente Twitch per pubblicità giochi d’azzardo come poker e slot

Attualità, Gaming

Gioco d’azzardo, lo strano caso di Villongo: 8mila abitanti e 22mln spesi in gioco online nel 2022

Attualità, Forze dell'ordine, Gaming

Biella, distanziometro non rispettato da sala giochi. Slot troppo vicine a luoghi sensibili

Attualità, Gaming

Il Comitato Donne In Gioco presenta alle Istituzioni proposte per combattere il disturbo da gioco d’azzardo

Attualità, Attualità e Politica, Gaming

Meno fondi alle Regioni per il contrasto al gioco d’azzardo patologico: 44mln invece di 50

Attualità

Escalation militare. Israele colpisce tende di sfollati a Gaza, nonostante risoluzione Onu.

Il Corriere di Bologna racconta la storia di Paolo, ex ludopatico. “Insieme si può”

Il Corriere di Bologna parla di una storia triste, come tante, una storia di dipendenza, disperazione e gioco d’azzardo. E’ la storia di Paolo, 73 anni che da tempo mette a disposizione la sua storia per aiutare chi come lui è ludopatico. “Le dipendenze sono mostri, la mia è particolare perché non si vede; il dipendente da gioco d’azzardo non lo vedi, fisicamente non cambia nulla, ma cambia tutto dentro” Si racconta nell’aula magna dell’ospedale Maggiore, in occasione della presentazione del 25° Rapporto sulle Dipendenze, a cura dell’Osservatorio Epidemiologico Metropolitano Dipendenze patologiche. Secondo i dati, dopo il calo del periodo segnato dal Covid, nel 2022 è aumentato il numero di persone prese in carico dai Serd (i Servizi per le Dipendenze): 224 rispetto alle 197 del 2021, diminuisce l’età media e aumenta la quota di lavoratori e utenti con un livello di istruzione medio-alto. 

“Ho interrotto la mia prima vita il 10 giugno 1973, a 23 anni, il giorno indimenticabile della prima giocata inconsapevole; poi ho abitato all’inferno per 36 anni” si confida Paolo. E ancora: “Quel 10 giugno mi è arrivata addosso un’emozione, una scarica incredibile, che non è mai successa dopo, neanche con la nascita dei figli – ammette con lucidità e amarezza – In quei 36 anni io ho distrutto tutto; avevo un’azienda con 22 lavoratori e ho buttato tutto nel gioco d’azzardo”. “Una dipendenza subdola, con la quale ha convissuto senza mai confessare: «Sono stato beccato, casualmente. Avrei potuto vincere 36 Oscar come miglior attore, nessuno si è mai accorto di quello che facevo o non ha voluto accorgersene. Del resto, non avevo problemi economici”. Come la data del baratro, Paolo ha impressa quella verso la rinascita. “La mia ultima giocata è stata il 22 maggio 2009. Dal 23 maggio non ho mai più giocato un euro e sono “sobrio” da quasi 14 anni. Se tutto va bene, il prossimo 23 maggio, sarà il mio quattordicesimo compleanno e lo festeggerò con il gruppo di mutuo aiuto, è la cosa più bella”. C’è un altro grande amore, oltre a quello dell’azzardo per un giocatore compulsivo: la solitudine. “Io ho cercato di essere solo e di restare solo. Quando, invece, si va al gruppo si sceglie di non voler essere più soli e si cerca aiuto”. Paolo è stato spinto dalla moglie a rivolgersi ai servizi: “La cosa più importante era sapere che davanti a me c’era qualcuno a cui interessavo. Ho trovato una dottoressa che ha capito tutto e io ho capito che lei voleva davvero aiutarmi”. Adesso il mantra di Paolo è “Insieme si può”, così ha scelto di mettersi a servizio di tutti coloro che con il ‘mostro’ dell’azzardo continuano a viverci.

Condividi

Articoli correlati

Video