A tirare le conclusioni dei #LottomaticaTalks di Firenze, è stato il costituzionalista di fama nazionale, Alfonso Celotto: “Abbiamo parlato di chiarezza, collaborazione, di giurisprudenza alluvionale, si auspica un testo unico ma lo aspettiamo come Godot ma in Consiglio dei Ministri non arriva mai e chissà se arriverà in questi ultimi mesi di legislatura. Quello del gioco è un settore in cui girano interessi e importi importanti e per questo servono regole. Ma noi abbiamo creato troppi enti e troppe regole. Le conferenze dei servizi sono affollatissime ed è giusto sentire tutti se esistono ma non deciderai mai nulla. La semplificazione la chiedeva Don Sturzo 100 anni fa. Questo lavoro non può più farlo solo il legislatore perché spesso è lontano dalle esigenze del popolo e delle settore. Cosa bisogna fare? – prosegue Celotto – serve una co-regolazione, tutte le parti in campo devono partecipare alla scrittura delle regole, ognuno deve portarti la sua visione altrimenti si fanno regole miopi e inutili”. Per quanto riguarda le dipendenze il costituzionalista spiega: “Siamo dipendenti da centinaia di cose, io lo sono dal mio telefonino che è gravissimo. Tutte quelle misure che ci stanno facendo impazzire per molti enti locali sono una moda, tutti sono impazziti a fare ordinanze, tutti dovevano fare qualcosa. Tutta questa normativa non serve a prevenire il gioco patologico, serve solo creare qualche difficoltà in più. Così incentiviamo l’illegalità e creiamo un danno erariale. Il ministro Balduzzi andava nella direzione di una normativa efficace ma non ci siamo riusciti. I Lottomatica Talks, cui partecipo dalla prima ora – conclude Celotto – servono a costruire la cultura del gioco e ci fanno capire che l’unica esigenza di tutti sia una normativa chiara. Non sappiamo se questo governo riuscirà a fare un testo unico perché siamo già proiettati alle elezioni ma dovrebbe essere all’inizio dell’agenda di qualsiasi legislatore”.
La Redazione