Il Consiglio di Stato, ordinanza n. 5235 depositata oggi, ha infatti rimesso la questione ai giudici di Lussemburgo
scritto da: Francesco Machina Grifeo
Sarà la Corte di giustizia Ue a decidere sulla sanzione da 750mila euro irrogata (nel luglio 2022) dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni a Google Ireland Limited per la violazione del cd “Decreto dignità” (art. 9 del Dlgs n. 87/2018) che vieta qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro nonché al gioco d’azzardo.
Il Consiglio di Stato, ordinanza n. 5235 depositata oggi , ha infatti rimesso la questione ai giudici di Lussemburgo, nell’ambito del ricorso dell’Agcom contro la sentenza del Tar Lazio (n. 13676/2023) che aveva accolto le ragioni di Google. L’Autorità aveva contestato a Google di promuovere “innumerevoli siti internet di giochi con vincite in denaro” attraverso cinque canali, di titolarità del content creator denominato “Spike”, contenti oltre 500 video caricati giornalmente.
In primo grado il Tribunale aveva sostenuto che doveva applicarsi il regime “agevolato” di responsabilità (16, Dlgs n. 70/2003) secondo il quale “il prestatore non è responsabile delle informazioni memorizzate” a condizione che “non sia effettivamente a conoscenza del fatto che l’attività o l’informazione è illecita”.
Di diverso avviso il Consiglio di Stato secondo cui “le complessive attività… delineano un ruolo di Google non meramente “neutrale” e “passivo”, in quanto “controlla” … i contenuti dei propri partner e ne “ottimizza” l’attività commerciale condividendone con essi i profitti economici”.
La questione che la Cgue dovrà chiarire dunque è: se il regime di responsabilità degli hosting provider sia applicabile alle attività relative alla pubblicizzazione online di giochi o scommesse con vincite di denaro nonché alla pubblicizzazione del gioco d’azzardo. E laddove risponda in senso affermativo “se tale regime di responsabilità, sia applicabile ad un hosting provider come Google con riferimento ai contenuti pubblicati dai titolari dei canali YouTube con cui Google abbia concluso l’accordo di partnership commerciale” in precedenza descritto.