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Elezioni Liguria, Orlando (Pd): ‘Gioco, ripristinare il distanziometro’

Tonioni, Universita la Cattolica su gioco d’azzardo: “Distanziometri servono a poco”

“Ha veramente poca importanza spostare i luoghi dove si gioca” Lo ha detto Federico Tonioni, psichiatra e psicoterapeuta, Ricercatore dell’Istituto di Psichiatria e Psicologia nella Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, intervendo alla Radio ad una trasmissione sul gioco d’azzardo.

Tonioni attribuisce un ruolo fondamentale alla pubblicità come strumento di incentivazione al gioco spiegando che il giocatore patologico “appena sente la pubblicità comincia a provare piacere anche nel fare un’ora di viaggio in macchina per andare a giocare”. “Una volta innescata la compulsione del gioco il tempo che passa tra l’innesco della compulsione e la soddisfazione del bisogno è piacevole. Per cui non è che il giocatore resiste, è già in preda alla compulsione”.

Maurizio Fisco, presidente di Alea, consulente della Consulta Antiusura, intervenendo alla stessa trasmissione ha negato ci possa essere un travaso da un gioco ad un altro se si alaza la soglia di accesso ad un gioco ( come nel caso delle slot attraverso i distanziometri e i limiti orari ndr). Un esempio è quanto successo nel comune di Anacapri, che dal gennaio 2016 non ha più slot installate nel suo territorio. Il Comune di Capri non ha adottato invece lo stesso provvedimento. Il risultato, secondo Fiasco, è che ad Anacapri, dati 2016 e 2017, si può parlare di crollo del consumo di gioco d’azzardo , e non solo delle slot machine. Si scommette meno e si gioco meno anche il tablet e lo smartphone, ha detto Fiasco. A Capri è accaduto invece l’opposto: sono aumentati tutti i giochi. In Piemonte, ha ricordato Fiasco, dal 1 gennaio è entrata in vigore la legge regionale che ha imposto le distanze minime dai luoghi sensibili per slot e Vlt , dai primi dati sembra che sia in flessione la spesa per tutti i tipi di giochi. 

Tonioni ha suggerito, come intervento contro il gioco patologico, la prevenzione. “Più sono gli interventi a monte, e meglio è. Se i bambini fossero aiutati a riconoscere e mettere in parole quello che sentoni, la maggior parte dei disturbi psicopatologici non ci sarebbero”.

3.05.2018i8, la Redazione

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