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Al vaglio del Governo, nuovi contratti sul gioco

Non si è ancora assopita la eco delle “rimostranze” da parte del mondo del gioco d’azzardo relativamente al Decreto Dignità, ed al divieto pubblicitario dei giochi ivi inserito, che già la mente sempre all’erta del nostro vice Premier Di Maio ne sta già studiando un altro di divieto: o meglio, di blocco per i nuovi contratti pubblicitari sottoscritti prima dell’emanazione del decreto di divieto di pubblicità ai giochi. Evidentemente “battere il ferro finché è caldo” fa parte dell’essere neo Ministro, ma sopratutto esprime il pensiero di Luigi Di Maio, e del suo Movimento, contro il gioco e tutto ciò che vi gravita attorno che lo spinge a “correre” nel ristrutturare il settore urgentemente. Per questo ha deciso “la strada del divieto” come quella più utile per mettere le basi su di un gioco futuro “migliore” di quello che ci ha accompagnato negli ultimi anni: ma è il suo parere certamente non condiviso da tutta la filiera, visto il “polverone” che il divieto sulla pubblicità ai giochi ha scaturito e con il quale il settore ludico sta facendo di conto.

Quindi, ora, si prosegue su questa strada ed è allo studio una norma che vada a bloccare i nuovi contratti per la pubblicità sottoscritti prima dell’emanazione del tanto ormai famoso Decreto Dignità ed in virtù del fatto che (parole di Luigi Di Maio) il “Parlamento è sovrano, può fare quello che vuole, deve fare quello che vuole”. Il vice Premier Penta-stellato è talmente sicuro del suo operato che teme si voglia “annacquare le norme che sono state inserite all’interno” del suo Decreto Dignità e per salvaguardarlo metterà in campo tutto quanto possibile, ed anche l’impossibile, per difendere tutto ciò che è stato fatto, particolarmente per quanto riguarda la pubblicità al gioco.

Sono dichiarazioni “forti” queste da parte del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, ma alle sue esternazioni “pepate” ci si è abituati anche perché “questo” sarà il presente del nostro Governo, per il momento, e di conseguenza ci si dovrà giocoforza adeguare a determinate asserzioni e determinati comportamenti. Sembrerebbe che mentre si stava per emanare il decreto molte società, tra le quali anche quelle di calcio, abbiano fatto “la corsa” a stipulare nuovi contratti con il mondo del gioco per fare pubblicità, in modo che fossero in essere prima che il Decreto Dignità sia pubblicato e diventi legge. Ma, forse, queste società (sempre a parere di Di Maio) disconoscono che il divieto della pubblicità del gioco “è un atto di civiltà” e che si spera che sarà imitato anche da altri Paesi europei, essendo l’Italia il primo Stato che lo mette in essere.

La decisione del Governo di inserire il divieto di pubblicità ai giochi è stata presa perché questo fenomeno ha fatto cadere tante famiglie “nella spirale del gioco problematico” e l’Esecutivo è sicuro (sempre parole del vice Premier) di essere intervenuto a tutela di tutti i cittadini, giocatori e non: ma se qualcuno “vorrà fare il furbo” pensando di farla franca dovrà tenere conto che se sono stati stipulati contratti per aggirare il divieto, si aggiungerà nello stesso una norma, in sede di conversione del decreto, per evitare che chi ha pensato di fare “il furbetto” possa riuscire nel proprio intento. Quindi, si può senza dubbio confermare che l’intento del nuovo Governo sia quello di iniziare “a tagliare le gambe al gioco” con l’eliminazione della sua pubblicità, pubblicità che deve essere vietata a tutti e non potrà esserci alcuno che inserisce nuovi contratti nel periodo in cui si sta emanando questo provvedimento, studiato e messo in campo per la tutela della salute dei cittadini.

A ribadire con forza la positività del Decreto Dignità, in particolare per quanto attiene il mondo dei giochi, si schiera l’eurodeputato Isabella Adinolfi che lo commenta sottolineando che “ora l’Europa dovrebbe prendere esempio dal Governo italiano” e dovrebbe iniziare a vietare in tutti gli altri Stati Membri la pubblicità sul gioco d’azzardo. Questa asserzione è successiva all’interrogazione sottoposta alla Commissione Europea con la quale si richiedeva un impegno maggiore da parte del Parlamento Europeo per normare in modo più restrittivo il gioco. Come si sa, la Commissione ribadisce che non esiste una legislazione settoriale specifica sul gioco d’azzardo legale, ma sottolinea che gli Stati membri (e questo lo ripete da tempo come un mantra) sono liberi di disciplinare il settore, purché si rimanga in linea con le norme relative al mercato interno stabilite nel trattato ed interpretate dalla Corte di Giustizia dell’Ue.

É sin troppo ovvio pensare che chi ha messo in campo il Decreto Dignità lo ha fatto pensando di “segnare la strada giusta che l’Europa dovrebbe seguire”, e la Commissione Europea concorda con la necessità di attuare misure concrete particolarmente indirizzate alla tutela dei minori: ma nulla di più viene detto in relazione al divieto della pubblicità del mondo dei giochi sul quale la Commissione si era già espressa in “tempi non sospetti”, sottolineando quando potesse risultare negativo un divieto totale della pubblicità in relazione alla crescita esponenziale del mercato illegale ed alla impossibilità, in assenza di pubblicità, di poter scegliere in modo inequivocabile tra il gioco lecito e quello illecito.

Ma l’europarlamentare “rincara la dose” facendo presente che “l’Europa non può far finta di nulla” e deve assolutamente intervenire con una normativa adeguata, non facendosi schiacciare dalle lobby che a Bruxelles sono riuscite ad impedire che tali misure venissero votate dal Parlamento Europeo: e meno male che la “famigerata direttiva” almeno lascia liberi i singoli Stati membri di prevedere discipline più severe. Ora, però l’Itala finalmente ha deciso di agire e di emettere (sempre secondo l’europarlamentare) un divieto al passo con i tempi e con i nuovi strumenti tecnologici. Vedremo cosa faranno gli altri Stati.

La Redazione

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