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Maxi sequestro nel settore dei giochi telematici a Cosenza: indagini per peculato sul PREU

Bisogna smettere di far finta di non vedere

Questo in sostanza il messaggio che emerge dalle parole del presidente di Agisco Francesco Ginestra. Gli operatori del settore giochi e scommesse devono giornalmente opporsi ai nuovi esercizi abusivi che iniziano e chiudono l’attività in prossimità di quelli regolari. Paradossalmente “tartassati” quest’ultimi dagli organi di controllo in quanto facilmente individuabili operando legalmente all’aperto.

Il Governo si decida a intervenire

Fra i principali organi messi sotto accusa dall’associazione vi è proprio il Governo. I dati che emergono dai tanti interventi e dalle azioni messe in atto, evidenziano una consapevolezza che non può essere mascherata. Le due sanatorie promosse con il fine di regolarizzare una volta per tutte il sommerso, i numerosi – 715 –  punti gioco irregolari chiusi lo scorso anno dalla Guardia di Finanza, rappresentano messaggi evidentemente non recepiti dalla Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, i cui interventi si limitano alla sola funzione di “esattore” e di controllo.

Interventi poco incisivi

Se da un lato la giurisprudenza ha dato la connotazione di reato alla raccolta di scommesse senza Concessione e Licenza di Pubblica Sicurezza, in realtà le operazioni si arenano in presenza di annullamento dei sequestri  e relative sanzioni. Questa quasi ironica condizione non può che aumentare la tensione e il malcontento fra chi cerca di districarsi in modo legale nel complesso settore dei giochi.

Due pesi due misure

Si è già accennato alla odiosa sperequazione che vede monitorati in modo implacabile gli esercizi regolari a differenza di quelli clandestini  nei confronti dei quali i rari controlli si manifestano solo in presenza di segnalazioni. In un periodo come quello attuale, dove con la crisi si giustificano atti e atteggiamenti non conformi, la mancanza di chiarezza e incisività non può che incentivare il proliferare di attività illecite e “invisibili”.

  

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