“L’Italia ha un ruolo di primo piano in Europa. Il nostro Paese è ed è stato un esempio per molti altri Stati. Il nostro Paese mira a una circolazione ancora più veloce ed estesa delle esperienze regolatorie e a fornire un sostegno a tutti quei Paesi che sono in fase di revisione o di costruzione della propria regolazione in materia di gioco. In particolare lavoriamo sull’organizzazione del gioco, la sua supervisione, l’applicazione e la conformità normativa con le leggi e i regolamenti applicabili nelle rispettive giurisdizioni, includendo la protezione dei consumatori e dei giocatori, la prevenzione delle frodi e del riciclaggio e l’integrità delle scommesse”.
Introduce con tali dichiarazioni le proprie argomentazioni il Dirigente responsabile Adm per il gioco a distanza, Daria Petralia, in occasione del convegno organizzato presso l’Università degli studi di Salerno dall’ateneo e dall’osservatorio Internazionale sul gioco.
A parere del capo dell’online, sulla scorta di tali premesse, l’Europa potrà continuare a operare in questo settore “essenzialmente, su un piano normativo,”tramite “raccomandazioni e altri strumenti di soft law, e, su un piano più ampiamente culturale, dalla circolazione delle c.d. best practises, che altro non sono che i migliori esempi di azioni amministrative di successo. Sul piano normativo la Commissione Europea si occupa di gioco attraverso l’EGGS, l’Expert group on gambling services, che si riunisce 4 volte l’anno a Bruxelles.
In particolare, -prosegue la Dirigente dell’ufficio del gioco online dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli- tra i temi più importanti cui si sta attualmente dedicando l’Expert Group rientrano la discussione in materia di possibili standard comuni di certificazione delle piattaforme e la costruzione, in parte connessa, di una matrice che renda disponibili a tutti i documenti cardine di ogni modello regolatorio. Se la matrice, già in costruzione, ha l’obiettivo immediato quello di rendere subito disponibile un confronto con le scelte adottate nelle altre regolazioni, l’obiettivo secondario è quello di identificare, in questo modo, ciò che le regolazioni stesse hanno già in comune.
Lo strumento renderà infatti possibili anche confronti sintetici circa i requisiti richiesti agli operatori e le caratteristiche cui devono rispondere i prodotti, evidenziando subito le similitudini, che, nella versione incompleta della matrice attualmente disponibile, sono già molte. L’obiettivo di individuare i punti di contatto tra le regolazioni dei differenti Stati membri è invece esplicito nell’iniziativa che mira a identificare un set comune di requisiti per la certificazione delle piattaforme.
Tale processo di certificazione, infatti, è previsto in tutti gli Stati membri e richiede requisiti volta per volta differenti, con l’effetto che gli operatori che offrono gioco in più di uno Stato, devono sottoporsi a molteplici e diversi processi di esame e di certificazione.
Poiché uno studio approfondito mostra che spesso, nel caso delle piattaforme come in altri settori, i requisiti differiscono per ampia parte solo formalmente, nell’ultimo anno si è lavorato a un possibile mandato da attribuire al CEN, organo di standardizzazione europeo, affinché lo stesso possa identificare un nucleo di requisiti comuni tra tutti gli Stati che regolano il gioco.
Sarebbe auspicabile, in un’ottica di eliminazione delle duplicazioni amministrative che, una volta standardizzati questi requisiti, gli stessi possano essere certificati in uno soltanto degli Stati membri con effetto anche per gli altri Stati.
Altre discussioni, tra le numerose in corso in sede di Expert Group, riguardano possibili iniziative in materia di pubblicità e di match fixing e sono volte ad approfondirne specifici profili. Ancora, il Gruppo ha l’obiettivo di informare gli Stati membri circa le iniziative assunte dalla DGJUST in tema di antiriciclaggio.”