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Ecco come e cosa giocano i giovani: in testa Gratta&Vinci e scommesse

Lo rivela una ricerca condotta dall’associazione «Vinciamo il gioco», che ha intervistato 970 studenti scelti in 14 scuole della provincia di Bergamo

Bisognerà vedere se è nato prima l’uovo o la gallina.
Ma nel frattempo, si è scoperto che i giocatori giovani (13-19 anni) hanno caratteristiche inquietanti: pessimisti sul loro futuro, permalosi e umorali.
Lo ha rilevato una ricerca condotta da “Vinciamo il gioco”, associazione che si occupa di contrasto all’azzardo patologico, intervistando 970 studenti scelti in 14 scuole della provincia di Bergamo.
«Si trattava di questionari preparati da un ricercatore, docente al laboratorio di psicometria dell’Università Bicocca di Milano, e somministrati nel corso del 2016 da psicologi della nostra associazione – spiega Roberto Pozzoli, presidente dell’associazione – il cui obiettivo era di capire non tanto quanto giocano i giovani, anche minorenni, ma soprattutto il loro profilo psicologico.
Abbiamo così ricavato che i giovani che giocano con una frequenza che li rende problematici o addirittura patologici, vivono delle condizioni di disagio sia ambientale, come il contesto familiare, che caratteriale, come la difficoltà a relazionarsi con gli altri o la scarsa inclinazione a sviluppare interessi di vario genere».
Quindi, una volta stabilito che giocare troppo si accompagna ad alcuni tratti negativi della personalità, rimane da capire quale sia la causa e quale l’effetto.
Ma Pozzoli rassicura subito: non è il gioco a provocare quelle caratteristiche; il profilo psicologico problematico, semmai, può essere una spia per indurre i familiari a prestare maggiore attenzione e verificare espressamente una propensione al gioco.
Va detto che tra tutti gli intervistati, meno di un terzo (290) ha dichiarato di giocare.
I giocatori considerati problematici sono il 15,4% e quelli patologici il 4,2%.
Percentuali calcolate sul totale del campione e che sono in linea con la maggior parte delle ricerche, in Italia e all’estero.
Naturalmente, risulta particolarmente significativo che in questo caso si tratti soprattutto di minorenni: l’85% degli intervistati ha un’età compresa tra 13 e 15 anni.
Quindi, viene da chiedersi come facciano a giocare se il gioco è vietato ai minori di 18 anni.
Per spiegarlo, basta vedere cosa hanno risposto alla domanda: “Dove giochi?”.
La quasi totalità dei giocatori ha detto di giocare da computer, da smartphone e da casa.
Ma sono tanti (il 10%, quindi quasi 100 intervistati) ad andare in una sala scommesse e ben il 13% nei bar.
Non si sa quanti siano maggiorenni (la ricerca non lo rivela), ma sarebbe interessante saperlo dato che questi luoghi dovrebbero essere presidiati per impedire l’ingresso ai minorenni.
D’altra parte, i minorenni non potrebbero giocare nemmeno on line, visto che serve uno strumento di pagamento a distanza e sotto i 18 anni carte di credito o prepagate possono comunque essere emesse con il consenso e il controllo dei genitori.
Interessante, poi, vederele scelte degli studenti tra i vari giochi.
In testa, si piazzano i Gratta & Vinci, acquistati dal 18% degli intervistati.
Comprensibilmente, molto apprezzate anche le scommesse sportive, che sono legate alla passione dei giovani per lo sport; mentre le slot machinesembrano in coda alle loro preferenze (sono scelte dal 3,7%) come il Lotto (3,3%).
I giochi on line e il Texas Hold’em, insieme, sono scelti dal 9% degli intervistati.
«Al di là dei numeri, lo scopo di questa prima indagine è di saperne di più sui giovani che hanno, o rischiano di avere, problemi con il gioco – dice ancora Pozzoli – per potere poi programmare degli interventi di prevenzione.
Con la prossima indagine, per esempio, vogliamo approfondire proprio l’aspetto del pagamento nel gioco via internet, dato che questo potrebbe coinvolgere le responsabilità familiari.
E già da questa prima indagine abbiamo rilevato che un contesto familiare problematico accompagna spesso una propensione all’eccesso di gioco.
Si dovranno, poi, mettere insieme le competenze psicologiche e sociologiche per potere programmare una prevenzione efficace sul territorio.
Sapere, come abbiamo appreso da questa indagine, che per esempio i comportamenti problematici con il gioco si manifestano nei soggetti che hanno scarsa fiducia in sé stessi e al tempo stesso tendono a essere aggressivi e litigiosi, hanno una morale fragile e fanno fatica a raggiungere un obiettivo che si sono posti, aiuta a individuare i soggetti a rischio e a programmare gli interventi più opportuni ».

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