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Piemonte, operatori in piazza a Torino per protestare contro la legge regionale sul gioco

“Così distruggete 300 imprese con oltre 3.500 dipendenti”

In corso a Torino la manifestazione degli operatori del settore giochi organizzata da Sapar, con l’adesione di Agcai, contro la Legge regionale del Piemonte n. 9 del 2016 (Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico).

L’evento è stato organizzato per dare un forte segnale all’amministrazione regionale, che ha emanato una legge “scellerata e iniqua, che discrimina un settore industriale che garantisce occupazione, legalità e gettito per lo Stato” dichiarano i promotori dell’iniziativa.

“Così viene espulso dal territorio tutto il gioco a piccola vincita di denaro, lasciando piena libertà e operatività a tutte le altre forme di gioco che creano dipendenza. Riteniamo che affrontare il tema della ludopatia accanendosi su un’unica offerta di gioco, così come fatto dalla Regione Piemonte, sia ridicolo e inefficace. Non è proibendo ed espellendo nelle periferie il gioco legale che si aiutano i giocatori affetti da patologie legate al gioco – proseguono gli operatori -. Inoltre la legge piemontese azzera e distrugge 300 imprese sul territorio con più di 3.500 dipendenti che operano in virtù di una legge statale. Danneggia inoltre 6300 esercizi pubblici e i loro 180.000 dipendenti”. I manifestanti chiedono quindi di “rivedere la legge regionale, conciliandola con una normativa nazionale, rispettando il ruolo e gli investimenti delle imprese, la tutela di chi gioca e di chi opera legalmente e seriamente in questo settore. La Regione restituisca agli imprenditori del gioco legale piemontesi il loro lavoro e ai cittadini la libertà di giocare con un’offerta di gioco legale e controllata”. Infine gli operatori chiedono di “non discriminare gli imprenditori del gioco legale in quanto piemontesi”.

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Tra gli slogan “Il proibizionismo non è la soluzione alla ludopatia”; “Il costo della cassa integrazione dei nostri dipendenti qualcuno l’ha calcolato?”; “Relegare le slot in periferia aiuta a sconfiggere le dipendenze da gioco?”; “Popolo piemontese ritenuto dalla Regione incapace di giocare senza ammalarsi”; “Lo Stato ha affidato a noi il gioco legale e la Regione lo restituisce all’illegalità”; “In Piemonte non è più possibile giocare con l’offerta di gioco legale a moneta”; “Le nostre aziende e i nostri dipendenti non sono un gioco”; “Imprenditori piemontesi discriminati grazie alla legge regionale”.

La soluzione, secondo la presidente della Sapar Piemonte, Alessia Milesi, potrebbe essere quella di: “trovare una mediazione tra le due normative, per preservare i nostri investimenti e proteggere dalla ludopatia”.

“La legge piemontese – dichiara Alessia Milesi presidente delegazione Piemonte della associazione di settore Sapar -, ben lungi dal combattere le dipendenze dal gioco, combatte solo gli apparecchi comunemente chiamati “Slot”, che hanno un costo partita di 1 un euro, una vincita massima di 100 euro e un orario di funzionamento limitato a poche ore al giorno. Incredibilmente – prosegue Milesi – la legge lascia senza alcuna regolamentazione tutti gli altri giochi a vincita di denaro senza vincolo alcuno né di vicinanza a luoghi sensibili né come soggetti ad alcun orario di vendita”. La Sapar ricorda che il territorio piemontese ospita aziende del settore che rappresentano un’eccellenza dell’imprenditoria per la costruzione e l’assemblaggio degli apparecchi. “Con l’entrata in vigore della Legge – dice ancora Milesi – dovranno procedere a massivi licenziamenti. Stessa sorte toccherà a tanti esercizi commerciali per i quali la preoccupante riduzione dei ricavi comporterà forti ridimensionamenti di personale e per molti il rischio di chiusura.

Chiediamo quindi alla Regione Piemonte – conclude Milesi – di fermare temporaneamente l’applicazione della Legge in oggetto, anche per non essere discriminati verso le altre Regioni d’Italia (in cui il gioco non ha questi vincoli) e di attendere di una norma nazionale”.

12.12.017

Lo Staff: CifoneNews

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