Secondo una complessa indagine condotta incrociando i dati raccolti dalla Direzione Nazionale Antimafia” e l’Agenzia delle Dogane e Monopoli, è notevolmente salito il numero dei giocatori patologici.
Taranto ha un popolo di scommettitori e si colloca al 32° posto delle province italiane con una spesa di gioco di circa 618 milioni di euro (al lordo delle vincite), con una spesa procapite annua di circa 1.100 euro. .
La graduatoria muta invece considerandole sole città capoluogo: Bari conquista il podio con circa 370 esercizi, segue Taranto con 340, Lecce con 240, Foggia con 225 e Brindisi con 165.
Le risultanze della ricerca hanno posto in evidenza come il 51% dei tarantini ha giocato almeno una volta, sperando in una vincita in denaro e che i maggiori scommettitori sono gli operai, a seguire impiegati, pensionati, studenti, casalinghe, liberi professionisti, disoccupati, giovani e adulti.
Ad affermarlo è un esperto in materia di mafia e criminalità organizzata, Michele Cagnazzo il quale prosegue:”
Quello che maggiormente preoccupa dai dati ufficiali sui giocatori patologici a Taranto è che quelli presi in cura dai Sert aumentano del 50% ogni anno.
Nel 2013 erano circa 80, dato che però rappresenta una sottostima del fenomeno. E sono questi, ovviamente, gli aspetti più preoccupanti emersi dal lavoro condotto dallo studioso con riferimento alla realtà di Taranto.
Nel 2015 sono circa 200 le persone che si sono rivolte ai servizi Sert, di cui il 22% donne, con un’età media che va dai 40 ai 54 anni. Un fenomeno in crescita frutto anche della crisi economica, che spinge tante persone a cercare “fortuna”.
Purtroppo dietro al fenomeno conosciuto si annida un’ampia fascia di persone sommerse che giocano ma di cui nessuno sa nulla.
Si perde denaro, si entra anche in un giro di prestiti forniti da usurai che mettono in pericolo tutta la famiglia del giocatore.
Siamo di fronte ad un contrappasso quasi dantesco: la recessione continua a svuotare i portafogli ma aumentano i soldi spesi nelle slot machine.
Un mix di gioco d’azzardo e disperazione ma anche ludopatie e disagio sociale.
Quello che si mette in gioco è la vita stessa, le relazioni e gli affetti, per arrivare al Sert quando tutto è già compromesso.
Credo – conclude – che di fronte a questi numeri e storie drammatiche, l’Amministrazione Comunale possa fare tanto.
Magari approvando in consiglio comunale un regolamento che prevede norme restrittive per arginare il fenomeno della proliferazione incontrollata».
In qualità di tarantino, Ugo Cifone noto imprenditore del mondo del gambling nonché esperto componente permanente del tavolo tecnico in Parlamento che affianca Il telefono azzurro nella lotta al gioco d’azzardo e uso del denaro a tutela dei giovani, condivide a pieno le risultanze della ricerca.
Oggi, è Socio Onorario dell’Associazione Acogi, al servizio della comunità locale e nazionale e collabora con lo staff Acogi al fine di realizzare progetti di responsabilità sociale.
Ha rivolto sempre molta attenzione alle iniziative della propria città natale sostenendo il Cras Taranto e altri progetti di rivalutazione culturale come Taranto Tornata. Quale capo redattore della testata giornalistica on line Cifone news offre quotidianamente informazioni di settore legate al gambling e non da ultimo legate alla lotta al GAP.
Si rende disponibile ancora una volta a servire la propria città per combattere questa piaga sociale che sta raggiungendo proporzioni sempre più preoccupanti.
U.Cifone, La Redazione