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SETTORE GIOCHI: I CONTRIBUTI DISTRUTTIVI DEL GOVERNO PER UN MERCATO CON TANTE RISORSE

Ancora una volta lo Stato Italiano interviene nel settore dei giochi e, dopo la manovra sulla riduzione degli orari di offerta gioco – strumentalizzata per consensi elettorali – trincerandosi sempre dietro l’apparente finalità di contrasto del Gap, aumenta il prelievo fiscale sulle AWP e VLT.

Il provvedimento che nelle intenzioni del governo dovrebbe ridurre il gioco compulsivo in verità si rivela l’ennesimo provvedimento per inserire nelle alchimie di bilancio, in chiave europeista, probabili entrate erariali per svariati milioni di euro senza considerare che si distrugge il comparto.

In verità appare discutibile il fatto che il Governo non abbia tenuto conto dei pareri sfavorevoli sulla manovra che sono arrivati dalla Agenzie delle Dogane e dei Monopoli, in persona del vicedirettore Alessandro Aronica, nonché della Corte dei Conti al pari dei pareri delle Associazioni di Categoria che vengono menzionate nel provvedimento con parere di senso contrario a quello diversamente manifestato.

Come è possibile che le Associazioni di categoria a tutela delle aziende e a tutela dei consumatori possano appoggiare una simile manovra in danno dell’intero settore nonché in termini soprattutto occupazionali? Sarebbe interessante capire, a questo punto, quali opinioni siano state considerate rilevanti ed a favore dei provvedimenti legislativi i cui effetti sono insostenibili per gli imprenditori ed impraticabili per i giocatori in tal modo guidati verso l’on line e verso tutte le problematiche familiari, sociali ed economiche legate alla possibile dipendenza da gioco.

Quali sono quindi le tutele garantite dal nostro Stato se oltre a togliere i posti di lavoro rimasti canalizza il giocatore verso circuiti non controllati? E intanto al di là dei pregiudizi e del grande scetticismo che ci pervade, la rete illegale prosegue il proprio percorso indisturbata a danno degli operatori leciti e dei consumatori.

Personalmente, in un ottica di prevenzione e contrasto del gioco d’azzardo reale, concordo con l’idea di creare le c.d. “sale dedicate” espungendo dalle attività generaliste i giochi pubblici (AWP, Gratta e Vinci e scommesse sportive ); in questo modo si ridurrebbe l’offerta di gioco quanto meno quella relativa alle lotterie istantanee che attraggono le fasce deboli (donne, anziani e giovani) i quali incontrerebbero dei freni inibitori derivanti magari dalla considerazione dell’opinione pubblica.

Nel contempo, si garantirebbero dei luoghi più sicuri in termini di legalità perché sicuramente sottoposti a controlli finalizzati a scongiurare infiltrazioni criminali.
Le sale da gioco, dunque, sono l’obiettivo che lo Stato ha ragione di perseguire a patto però che si rivedano le questioni inerenti le distanze dai luoghi sensibili e la tassazione che dovrà essere riformata applicando le relative aliquote sul profitto e non sul volume di gioco.

Solo una riforma globale del settore potrà garantire una prosecuzione sana e sostenibile del settore ispirate a criteri di ragionevolezza e applicabilità delle manovre fiscali a tutela della sopravvivenza della rete di gioco terrestre.

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