Si calcola che in Italia nel 2016 il valore delle scommesse sportive abbia toccato i 350 milioni di euro. Mentre in Europa il mercato delle scommesse è stimato in circa 84,9 miliardi di euro e cresce al ritmo del tre cento annuo. Nel nostro Paese la gran parte di queste scommesse, l’81%, riguardano il calcio, resta un esiguo 12 per cento di scommesse sulle partite di tennis, e l’1% nel basket.
Un mercato appetibile contaminato in questi anni sempre di più dall’illecito e dalle infiltrazione della criminalità organizzata: nel 2014 – ultimo dato disponibile – le violazioni sono state 547 e 496 le persone denunciate. Oltre 5.204 i siti di gioco non autorizzati inseriti nella black list dei Monopoli di stato e oltre 700 milioni i tentativi di accesso a questi siti. Complessivamente negli ultimi dieci anni sono stati sequestrati 36 milioni di euro. Un risultato, se pur ancora parziale, determinato dal fatto che l’Italia è in questo momento il Paese più avanzato nelle politiche di prevenzione in materia.
E sulla scia dell’esperienza italiana è nato un progetto che sarà presentato oggi a Roma che punta a diventare un modello di politiche di contrasto replicabile anche in altri Paesi Ue. Si chiama progetto AMF “Anti Match-fixing Formula” è «l’obiettivo – spiegano gli ideatori – di sviluppare un modello pubblico-privato integrato a livello europeo per la prevenzione del fenomeno del match-fixing, attraverso la selezione di buone pratiche europee e nazionali, in grado di soddisfare e rafforzare l’attuale cooperazione». Coordinato dall’Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio, è cofinanziato dalla DG Home della Commissione europea (Direzione Generale affari interni).
A promuoverlo sono il Ministero dell’Interno – Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, l’Università Cattolica del Sacro Cuore, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Unioncamere Italia, Unioncamere Europa (Ufficio Europeo a Bruxelles, Transparency International Italia, la Camera di Commercio di Palermo ed Enna e il Sistema Gioco Italia
In concreto il programma vuole realizzare questi:
1- Analisi qualitativa, attraverso interviste strutturate e focus group con tutti i maggiori attori europei coinvolti nell’attività delle scommesse sportive. L’analisi costituisce la base per l’elaborazione di un “quadro sinottico integrato”, al fine di sviluppare una solida interpretazione di base condivisa per l’attuazione di politiche coordinate.
2 -Istituzione di una “cooperation room” europea, corredata di Data Repository, al fine di selezionare pratiche europee funzionali al modello e di preparare il terreno per la sua ulteriore diffusione.
3 – Avvio di una procedura di cooperazione integrata pubblico-privata volta alla prevenzione del fenomeno del Match-fixing, per estendere la capacità di individuazione preliminare delle situazioni di rischio.
4 – Rafforzamento della piattaforma nazionale esistente UISS, l’Unità Informativa scommesse Sportive del ministero dell’Interno (in cui sarà rappresentato anche l’Ufficio per lo Sport) e GISS, il Gruppo Investigativo Scommesse Sportive (Giss), di cui fanno parte la Direzione Investigativa Antimafia (Dia), il Servizio Centrale Operativo (Sco) della Polizia di Stato, il
Raggruppamento Operativo speciale (Ros) dei Carabinieri e il Servizio
Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (Scico) della
Guardia di Finanza.
5 – Attivazione di un sistema innovativo di segnalazione protetta, basato sul coinvolgimento strutturale della rete delle Camere di Commercio.
Lo Staff: CifoneNews