Intesa decisamente rivoluzionaria quella fra amministrazione pubblica e chiesa, definita fra il vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti, sede della Chiesa cattolica in Italia legata all’arcidiocesi di Benevento, e tutti i primi cittadini del territorio diocesano. Il 15 febbraio, nel corso della presentazione dell’annuale dossier regionale Caritas sulle povertà, verrà firmato un documento con la pregevole finalità di creare una limitazione al dilagante fenomeno del gioco d’azzardo.
Prove di intervento e collaborazione
L’incontro tenutosi nei giorni scorsi fra i sindaci dell’area e mons. Battaglia, ha avuto come scopo la esatta valutazione circa la criticità del disagio, tenendo conto delle rispettive esperienze dovute al fattivo impegno direttamente sul territorio. Le realtà emerse al prelato nel corso delle visite nelle abitazioni dei residenti, hanno restituito valori di impegno e disponibilità, affiancati però da croniche incertezze che difficilmente vengono manifestate mantenendosi pericolosamente in attesa. La sinergica presenza di chiesa e amministrazioni pubbliche deve ridare fiducia e dimostrare che la speranza non deve mai venire meno. Il numero sempre maggiore di persone che chiedono aiuto, rappresenta la cartina tornasole di necessità che non possono essere ulteriormente rimandate.
Fasi dell’accordo
La fase preparatoria del protocollo inizia nel 2017, a fronte di un incremento sostanziale del gioco d’azzardo nel territorio. La conseguente crescita della povertà e richiesta di risorse ha imposto quindi un intervento d’urgenza per ridurre quanto meno il fenomeno. Il progetto ha visto la presenza determinante della caritas diocesana, nelle persone del direttore Domenico Ruggiano e della sociologa Nunzia de Capite. Proprio le funzioni e peculiarità dell’organismo pastorale, in prima linea per il contrasto alla povertà e sempre vicino ai bisognosi, ha favorito la collaborazione, ora in dirittura d’arrivo, con le strutture amministrative per un intervento più incisivo
Parola d’ordine sinergia
In questa innovativa rete, allo stesso tempo di supporto, educativa, di intervento, la rassicurante presenza della chiesa locale diviene il caposaldo per il raggiungimento di risultati concreti. La necessità di questa presenza è emersa molte volte nelle richieste delle amministrazioni pubbliche, troppo sole e depotenziate in particolare circa l’aspetto unano e sociale della patologia. Reale collaborazione quindi, negli intenti e con i giusti approcci. In prossimità della messa in campo dell’intesa, non si sono fatte attendere gli ammonimenti del vescovo sul bisogno di una capillare opera di prevenzione che abbia il sapore di vero servizio per la comunità. La Chiesa che ne esce è ancora di più aperta alle esigenze di un tessuto sociale oggi più povero e incerto, bisognoso più che mai di una guida.
Scritto da: Giancarlo Portagliatti