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Arezzo, sentenza storica: il gioco d’azzardo patologico è malattia

Il Tribunale di Arezzo si è reso protagonista  di una sentenza che sicuramente rappresenterà un innovativo punto di partenza nella interpretazione e considerazione della ludopatia. Porta la data del 10 gennaio il deposito delle motivazioni del provvedimento che ha sancito l’innocenza di un soggetto accusato di danneggiamento di apparecchiature in una sala giochi.

I fatti

Gli avvenimenti oggetto del processo risalgono a Febbraio del 2015. In tale frangente le telecamere installate all’interno di un locale, hanno ripreso un soggetto nell’atto di danneggiare delle apparecchiature per il gioco tanto da sbriciolarne il display. La sala giochi si trova nel comune di Montevarchi, le macchine oggetto di rottura sono risultate essere dei video lottery. Fattore scatenante l’ennesima cospicua perdita di denaro, e la proiezione sulle macchine di tutte le frustrazioni probabilmente consolidatesi nel tempo. Con uno sgabello a portata di mano presente nella stanza, il giocatore, noto habituè, ha pensato di punire l’origine dei suoi guai frantumandone il video. Attraverso i dati estrapolati dai filmati della videocamera, i carabinieri della caserma locale sono riusciti in seguito a risalire ai dati del giocatore, residente a Valdarno, denunciandolo.

Presupposti della sentenza

Alla base della decisione circa l’assoluzione, sicuramente l’atteggiamento del “reo”, disponibile al risarcimento, e la modesta entità del danno arrecato. Ma non solo. La sentenza mette in risalto, consegnandole ruolo essenziale e primario, la dipendenza dal gioco d’azzardo cui era sofferente il denunciato, sottolineando la diminuzione della sua capacità di intendere e di volere. L’idonea attestazione ricavata dalla perizia psichiatrica disposta dal Tribunale, unitamente alle cure risolutive messe in atto, hanno dato la spinta definitiva per confermare l’effettiva sussistenza della patologia.

Provvedimento epocale

La sentenza sarà destinata a fare giurisprudenza, questo è fuori dubbio. Il riconoscimento del gioco d’azzardo come vera e propria malattia e disturbo psichiatrico in grado di provocare incontrollabili effetti nel comportamento dei giocatori, è una novità che ci pone in linea a quanto già in atto in altre nazioni “evolute”. In tali contesti l’accertamento della ludopatia diviene elemento imprescindibile per definire l’eventuale imputabilità di soggetti particolarmente deboli in quanto dipendenti dal gioco patologico.

Scritto da: Giancarlo Portagliatti

 

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