Già si è trattato ampiamente a proposito del legame contraddittorio che avvicina lo Stato italiano al gioco d’azzardo. Se da un lato infatti è in crescita l’attività messa in campo per limitare il gioco e la ludopatia, da un altro non si contano i messaggi pubblicitari a sostegno di scommesse, slot, lotterie istantanee. I giocatori comunque non sembrano modificare le proprie abitudini in maniera evidente a seconda delle prese di posizione dello Stato. Anzi
Nell’anno 2017 appena trascorso, il denaro raccolto da scommesse/slot/videolottery ha superato la considerevole somma dei cento miliardi di euro, avvalendosi soprattutto dell’evoluzione dei mercati on line così facili da avvicinare e allo stesso tempo così difficile da controllare. Solo in presenza di gioco clandestino e sommerso gestito dalla criminalità organizzata, lo Stato vede annullate entrate e controllo.
Il Decreto dignità si inserisce a pieno titolo come valente contrasto al gioco d’azzardo e conseguente ludopatia, vietando di fatto “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi e scommesse con vincite di denaro, comunque effettuata e su qualunque mezzo”. Consistenti le sanzioni, da un minimo di 50mila euro esclusi i loghi sul gioco sicuro e responsabile dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli”. In presenza di spettacoli destinati a minori, alla inottemperanza seguirà la sanzione da 100mila a 500mila. Le entrate andranno a incrementare il fondo per il contrasto al gioco d’azzardo patologico.
Giancarlo PORTIGLIATTI B.