Inizia da qui lo scontro fra demagogia e politica reale, quella che fa dei contenuti la propria ossatura. Si parla di stop alla pubblicità senza comprendere che il gioco online si fonda necessariamente su questo tipo di approccio in assenza di una location, di una vetrina reale.
Si colpisce a caso, un giorno le awp scambiandole per vlt, un giorno l’online, domani certamente i gratta e vinci. Senza un piano, senza uno studio. Ci si affida a numeri immaginari riportati a casaccio, e senza alcun fondamento, fra i blog di turno. Non si può pensare a un’industria del gioco se prima non si porta la politica all’accoglimento della realtà sociale dello stesso.
Ora si gioca la partita più importante. Se Di Maio intende portare a casa il risultato sul gioco, contraltare del risultato della lega sui migranti, deve smantellare una realtà economica di primaria importanza. Una realtà presente in tutti i paesi europei; deve farne giustificazione alla corte dei conti e solo allora potrà brindare a patto di rinunciare a welfare, ad accettare aumenti di iva e di imposte secondarie, a patto di gettare all’aria 15 anni di gioco lecito per farci sprofondare nell’illegalità. Se questo e’ lo scopo si parta pure. /Fonte Jamma
02.07.2018
Maria Castellano, Giorn. FreeLance