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GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO, MONS. D’URSO: «I COMUNI HANNO IL POTERE DI ARGINARE IL FENOMENO»

A distanza di tre mesi dalla sua inaugurazione, “Vinco IO”, il primo sportello di contrasto al gioco d’azzardo patologico, diffonde i primi risultati ed è anche occasione per fare il punto su quanto, a livello governativo e regionale, sia stato fatto finora per contrastare il fenomeno dilagante.

«La malattia del gioco non è nel gioco in sé, ma nella perdita di un controllo del limite. Questa patologia colpisce indipendentemente dall’età e dal sesso, è allarmante la percentuale riguardante la fascia studentesca», commenta la dott.ssa Daniela Fortunato dello sportello promosso dalla comunità MigrantesLiberi e vincitore del bando “Orizzonti Solidali” della fondazione Megamark, che continua sottolineando che «c’è un paradosso da parte dello Stato: da un lato i provvedimenti legislativi vogliono riabilitare le persone affette dal gioco d’azzardo, dall’altro c’è la sottile volontà di non prendersene carico completamente».

20 i casi trattati ad oggi dallo sportello ubicato in via Pellegrino Rossi, ad Andria. «Il gioco d’azzardo patologico – ha spiegato la dott.ssa Liliana D’ Avanzo – è stato riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che lo ha inserito nel Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, un disturbo correlato alle dipendenze senza sostanza». L’importanza dello sportello “Vinco io” sul nostro territorio: «l’iter dello sportello inizia con un incontro con l’Assistente sociale, a cui segue un percorso di psicoterapia individuale e di gruppo che coinvolge sia il giocatore che la famiglia. La presenza di tali figure professionali offre risposte concrete alla prevenzione e alla cura della dipendenza».

Perché questo dis-interesse da parte della politica sul fenomeno che sta contagiando sempre più vittime? «Il mondo dell’informazione non informa», questo è l’incipit di denuncia di mons. Alberto D’Urso, presidente nazionale della Consulta Antiusura: «i giornali e il Governo nazionale sono colpevoli del silenzio sul tema del gioco d’ azzardo patologico. Anche Papa Francesco ha denunciato il totale disinteresse verso questa patologia. È importante che anche la scuola si interessi e tratti tale problematica. La Chiesa e le famiglie devono collaborare in quanto agenzie educative. Ma è necessaria la vicinanza e l’aiuto da parte delle istituzioni e dei Comuni, in primis. I sindaci possono fare molto per arginare il fenomeno». A gran voce mons. D’Urso denuncia uno Stato “sanguisuga”, «uno Stato che ha interesse ad incentivare il gioco d’azzardo, poiché incassa miliardi da esso. In questo modo danneggia chi è già povero, chi ha perso il lavoro, chi non ha denaro». Ad Andria i numeri legati al gioco d’azzardo sono impressionanti: in un anno si spendono 216 milioni di euro in gioco d’azzardo (escluso quello on line), 2151 euro pro capite. Solo per le slot machines si dilapidano 67 milioni.

«La rassegnazione non deve danneggiare la dignità delle persone che entrano nel vortice della dipendenza – sottolinea don Geremia Acri -. Insieme si può sconfiggere il disagio e riprendere il controllo della propria esistenza. L’azzardo è la nuova droga dei poveri». La maggior parte delle persone che fanno uso dell’azzardo vive al di sotto della soglia di povertà. Sono i più deboli che si lasciano tentare dall’illusione di improbabili vincite: nei giorni del ritiro delle pensioni si registra un picco di giocate, ad esempio.

«Qual è la risposta al senso di responsabilità, che dovrebbe vestire la politica e quanti la esercitano? A nessuno è consentito di assistere indifferenti ad un tale degrado e decadimento. È evidente che non c’è altra possibilità che affrontare il problema sul piano culturale. È necessario in-formare anziani, uomini, donne e ragazzi di ogni età sui reali rischi che si nascondono dietro il “fascino e piacere” del gioco d’azzardo».

Ricordiamo che lo sportello “Vinco io” è operativo in via Pellegrino Rossi, 41, ad Andria, il martedì e giovedì dalle ore 10:00 alle ore 13:00 e dalle 16:30 alle 19:30. Si può contattare tramite il numero verde 800589346 o chiamando il 333 64 66 548.

09.03.2018, la Redazione

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