Pare incontrovertibile la tesi secondo la quale il gioco d’azzardo abbia assunto nell’ultimo periodo il ruolo di terzo settore economico italiano. Gioco fisico oppure online quindi meno quantificabile, le somme “investite” in questa attività sono in costante ascesa rendendo l’argomento sempre al culmine di diatribe circa i numerosi pro e contro.
Le province campane in numeri
Napoli, Salerno e Caserta, queste le città che si sono aggiudicate il podio per la spesa più elevata. Nella sola Caserta l’uscita pro capite nell’anno 2016 è stata di poco inferiore ai 3.000 euro. La cifra fa riferimento ai giochi leciti e immediatamente verificabili, potrebbe quindi drasticamente aumentare nel caso contemplasse anche quello illegale e sommerso. Se poi si considera il dato a livello regionale, allora si supera il considerevole valore dei 7 miliardi di euro, guadagnandosi di diritto l’accesso nella categoria degli allarmi sociali. Ulteriore elemento da tenere in considerazione è la concentrazione di bingo e sale scommesse – slot in determinati territori, costituendo una inevitabile impennata della dispersione di risorse economiche.
La difficile lettura dei dati sulla ricaduta sociale
Come in numerosi altri ambiti soggetti a discussioni continue, anche in questo caso le diverse interpretazioni a proposito della valenza o meno del gioco non si sono fatte attendere. In particolare ha creato attrito la definizione dell’attività d’azzardo fornita da un celebre psichiatra, equiparata a un “intrattenimento positivo“. L’attributo positivo andrebbe ricercato nell’alleviare malinconia e tristezza favorendo nel contempo la socializzazione. Superfluo considerare come i centri ascolto e le associazioni a tutela dei giocatori patologici non abbiano recepito come utile questo autorevole punto di vista. Continua infatti a farsi sentire ad alta voce la teoria circa l’enorme dispendio causato dal gioco in termini sociali, umani ed economici, contrastata solo in parte dalla negativa ricaduta in campo occupazionale dalla riduzione delle scommesse.
L’intervento del Governo
La massiccia riduzione delle macchine gioco e slot prevista e messa in campo dal governo è una realtà visibile e assodata. Come in molte situazioni presenti su tutto il territorio nazionale, anche la Campania subirà la rottamazione, quantificata in 11.000 unità da effettuarsi nel 2018, di macchine gioco e video slot. Anche qui ambivalenti le prese di posizione, favorevoli tutte le associazioni per la lotta al gaming, poco propensi gli operatori del circuito.
scritto da: Giancarlo Portigliatti