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Il gioco in Italia, quasi una finanziaria

La metà o poco meno della manovra finanziaria, questo l’ammontare degli incassi del bilancio dello Stato dall’inizio dell’anno sino a settembre, relativo alle lotterie, lotto, tutte le attività correlate al gioco pubblico. Un bell’importo non c’è che dire, tanto più in un momento storico particolarmente incerto denso di spesse nubi all’orizzonte.

Voci sempre in crescita

Il videolottery e le slot machine continuano a farla da padroni con un incremento costante, seguono a ruota senza dare segni di cedimento il gratta e vinci, superenalotto, roulette, tutti i giochi che oramai abbondano nel mercato virtuale del web. Mercato, quello online, in continua evoluzione, sempre disponibile e alla portata di tutti, poco controllato, eccitante.

Tanti giocatori, gaming in agguato

Trenta milioni, questo il numero di italiani che, anche solo per una volta, hanno subito il fascino del gioco d’azzardo “lecito”. Tutto sotto controllo quindi? Non proprio, così come sottolineato dalla agenzia specializzata Agipro, fra questi almeno un milione appartiene alla cosiddetta categoria dei giocatori patologici, veri e propri ammalati cronici bisognosi di cure e terapie disintossicanti. Senza poi considerare un’altra schiera, circa 2.500 soggetti, di giocatori ancora non patologici ma prossimi a diventarlo, speranzose e costanti presenze per ore nei bar, tabaccherie e nelle sale giochi.

Lo Stato diventi moderatore

E’ incontrovertibile che lo Stato non può permettersi di fare a meno di flussi di denaro così elevati. I dati emersi nel Conto Riassuntivo del Tesoro non devono però distogliere dal primario obbiettivo di uno stato, volto alla tutela sociale di giovani e più deboli. La crescita esponenziale dei giochi scommesse fisici e online, si associa da sempre a un parallelo aumento di disagi e malattie nelle fasce facilmente attratte dal richiamo della vincita facile. Diventi una costante quindi l’attuazione dei regolamenti comunali sul gioco che sta attraversando il nostro paese da nord a sud, ponendo freni e limitazioni agli orari di esercizio nonché alla installazione sconsiderata di esercizi. Se nelle piccole realtà territoriali spesso le fazioni politiche divengono alleate per portare a compimento le necessarie regolamentazioni in un settore così sempre sul limite fra legale e non, allo stesso modo deve essere lo Stato per primo a superare sterili rivalità per disegnare una linea di intervento univoca e risolutrice.

Scritto da: Giancarlo Portigliatti

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