Dopo l’introduzione dell’assessore Riccardo Mariani – si legge su Lecco Online – sono state la consigliera Dem Agnese Massaro e Michela Maggi, che ha coordinato il progetto, a illustrare il documento nella sua parte generale e nell’ambito di applicazione, spiegandone le finalità.
“Il progetto – ha cominciato Maggi – ha un respiro provinciale ed è stato finanziato dalla Regione in continuità con quello dell’anno scorso. La somma è modesta – 15mila euro dal Pirellone e 5mila dai Comuni – per questo abbiamo deciso di investire sulla costruzione di una rete di soggetti che sul territorio si impegnino a far fronte a questo problema. Siamo partiti dalla formazione di tutti gli attori coinvolti (il Comune di Lecco, Ats, l’Auser, le cooperative che si occupano della tematica, il Csi, Teleunica, il Solevol e il mondo associazionistico).
Da un lato abbiamo formato le persone sia nel merito del fenomeno sia rispetto alla capacità di dare informazioni corrette sui servizi territoriali coinvolti, dall’altro abbiamo lavorato anche con soggetti diversi come le scuole coinvolte dal Centro promozione legalità e i sindacati, creando con tutti i nostri interlocutori un tavolo permanente di lavoro. Tutta un’altra parte del lavoro si è concentrata poi sulla stesura del regolamento”.
Il documento si ispira a due precedenti: un’ordinanza del sindaco Virginio Brivio del 2013 e il regolamento del Comune di Bergamo. Entrambi questi provvedimenti si contraddistinguono per aver avuto la meglio al Tar contro dei ricorsi che gli erano stati mossi.
“Io penso che un’Amministrazione comunale debba occuparsi di queste tematiche e fare il possibile contro queste piaghe sociali – ha detto Agnese Massaro – Sono due i limiti che vogliamo porre: quelli spaziali e quelli temporali. Queste limitazioni sono gli unici strumenti in materia che la giurisprudenza concede al sindaco, il valore aggiunto della nostra proposta è che si estende a tutta la provincia, così da evitare la transumanza dei giocatori da un Comune con un regolamento ai Comuni limitrofi che non ce l’hanno”.
Il regolamento disciplina tutte le tipologie di gioco lecito, che prevedono vincite in denaro come le tradizionali macchinette delle sale gioco e le new slot, le sale videolottery e le sale Slot, le scommesse su competizioni ippiche, sportive e su altri eventi. Esso prevede che sia vietata l’installazione di nuovi apparecchi per il gioco d’azzardo ad una distanza inferiore a 500 metri da luoghi considerati “sensibili” come scuole, luoghi di culti, impianti sportivi, strutture residenziali di ambito sanitario o socio-sanitario, strutture ricettive per categorie protette e luoghi di aggregazione giovanile e a meno 100 metri da bancomat. Nel regolamento vengono anche stabiliti gli orari in cui le sale devono essere chiuse e gli apparecchi non devono funzionare: dalla mezzanotte alle 10 della mattina, dalle 13 alle 14 e dalle 19.30 alle 20.30.
Il Comune aderendo al documento si impegna a non concedere a nessun titolo dei propri immobili a soggetti che vogliano installare macchinette per il gioco e a proibire alla proprie controllate o partecipate che gestiscono servizi pubblici di accogliere richieste di pubblicità relative all’esercizio del gioco lecito. Nel regolamento sono previsti anche degli incentivi, qualora il bilancio lo consenta: la riduzione per due anni della tassa rifiuti/Tasi/Imu ai locali che dismettono le apparecchiature e la concessione di contributi una tantum per chi dismette le attrezzature da gioco e per i nuovi esercizi che si impegnano a non installarle per non meno di cinque anni. /Fonte Jamma
13.07.2018
Maria Castellano, Giorn. FreeLance