L’amministrazione comunale di Livorno vuole portare a termine la stesura di un nuovo regolamento per la gestione del gioco. Dopo la bocciatura da parte del Tar del precedente provvedimento, nella città Toscana le regole per il corretto svolgimento di questa attività sono dettate dalla sola ordinanza regionale che disciplina gli orari di operatività. La battaglia della giunta contro la ludopatia e gioco d’azzardo, ha subito una interruzione in seguito al ricorso presentato da una ditta di gestione sale giochi e attività di noleggio di apparecchi nei dei bar e tabacchi, e l’associazione nazionale servizi apparecchi per le pubbliche attrazioni ricreative (Sapar).
Provvedimenti già adottati dal Comune
Come in altre realtà territoriali sempre più numerose, anche Livorno ha in precedenza quantificato in 500 metri la distanza tra sale giochi e scommesse e i luoghi “sensibili“, identificati in Ospedali, case di cura, strutture sanitarie, parchi pubblici, ippodromi, palestre, centri sportivi, sportelli di ascolto, ma anche centri commerciali e negozi di compravendita di oro. Il provvedimento è stato però bocciato a maggio dal Tar in quanto considerato troppo restrittivo per la apertura di nuovi esercizi. La tesi accolta dai giudici per “illegittimità del regolamento”, si è basata sui parametri troppo riduttivi, tali da impedire qualsiasi nuova apertura di sale giochi e scommesse. Ci si è quindi “accontentati” del solo vincolo previsto dall’ordinanza sulle aperture delle sale gioco e slot consentite per non più di nove ore al giorno, dalle 10 alle 13.00 e dalle 17.00 sino alle 23.00.
Dovere di informare e limitare
L’invalidamento del regolamento anti slot non ha fermato le iniziative messe in campo dal sindaco Nogarin per porre freno al sempre più preoccupante fenomeno del gioco d’azzardo. Tanta determinazione deriva soprattutto dalla analisi dei dati poco confortanti circa l’aumento dei soggetti coinvolti a livello patologico e la sistematica disattenzione degli esercizi sul rispetto di orari e distanze. Le sanzioni comminate dalla Polizia Municipale per l’inottemperanza a quanto previsto dalla Legge Regionale 57/2013, pongono l’accento sulla necessità di realizzare un nuovo atto comunale se possibile più incisivo e restrittivo. Ferma restando l’attenta analisi sulla motivazione del respingimento, il punto di partenza per il nuovo atto amministrativo sarà la ricezione delle indicazioni espresse dal Tar per una riproposizione sempre a salvaguardia delle fasce più deboli e allo stesso tempo inattaccabile a opposizioni e ricorsi.
Giornalista freelander.