ultime notizie

Attualità, Editoriale, Giurisprudenza

Jennifer Shahade fa causa all’Us Chess per discriminazione e diffamazione

Attualità, Economia, Forze dell'ordine, Gaming, Giurisprudenza, In Evidenza

Taranto, gioco illegale: scoperta evasione di 3 milioni di euro

Attualità, Gaming, Politica

Gambling commission Uk lancia il più grande sondaggio della storia sul gioco

Attualità, Cultura, Economia, In Evidenza, Politica, Sports

Olimpiadi al via: il ‘grande evento’ spinge le scommesse

Attualità, Editoriale, Forze dell'ordine, Gaming, Giurisprudenza, In Evidenza

Merano, minori in centro scommesse: sanzioni per il titolare e probabile sospensione licenza

Attualità, Gaming, Giurisprudenza, In Evidenza, Politica

Tar Veneto: ‘Il distanziometro non vale per le sale scommesse’

LUDOPATIE: TAR TOSCANA BOCCIA ORDINANZA COMUNE LIVORNO

Il Tar Toscana boccia nuovamente il regolamento anti-ludopatia del Comune di Livorno. L’ordinanza del sindaco Filippo Nogarin entrata in vigore lo scorso agosto è stata annullata dal tribunale amministrativo, che ha accolto il ricorso della Bingo Amico srl, rappresentata dall’avvocato Cino Benelli. Ingiustificata, secondo i giudici, la disposizione che prevede l’apertura delle sale e il funzionamento degli apparecchi da gioco per 9 ore al giorno, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 23. I limiti orari – si legge nella sentenza – devono essere motivati da «precisi studi scientifici relativi all’ambito territoriale di riferimento», privi di «evidenti illogicità o irragionevolezze che incidano sulla legittimità del provvedimento».

L’ordinanza di Livorno, invece si basa su «una serie di riferimenti a studi e contributi, di diversa natura e provenienza, che appaiono però del tutto insufficienti a giustificare l’emanazione di una disciplina restrittiva degli orari». A rendere illegittimo il regolamento è anche la mancata diversità di trattamento tra sale giochi specializzate ed esercizi più generici come bar, ristoranti, tabaccherie e alberghi, dove l’accessibilità dei minori è «decisamente più agevole» rispetto ai locali interamente dedicati al gioco. Il riferimento alla nuova legge regionale entrata in vigore a gennaio è infine «irrilevante», poiché tale legge «si riferisce alla ben diversa problematica della distanza dai “luoghi sensibili” e non incide per nulla sulla problematica degli orari di apertura». Per il Comune di Livorno, condannato anche al pagamento delle spese processuali, si tratta del secondo stop del Tar al regolamento sui giochi, dopo quello arrivato a maggio 2017: in quella occasione i giudici avevano annullato il “distanziometro” di 500 metri disposto per sale e apparecchi da gioco, che di fatto proibiva l’attività in tutto il territorio comunale.

28.03.2018, la Redazione

Condividi

Articoli correlati

Video