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Piemonte e il piano gioco

In Piemonte l’opposizione concreta al gioco d’azzardo patologico avverrà anche tramite il rafforzamento dei servizi sanitari appositamente destinati alle dipendenze. Questa una delle indicazioni presenti nel piano approvato dalla Giunta Regionale il 18 settembre su iniziativa degli assessori alla sanità e all’istruzione. Poco più di 3 milioni di euro l’importo a cura della regione, 3,7 giungono invece dal Ministero della Salute. La diminuzione percentuale nell’anno 2016 delle giocate non deve rendere meno preoccupante i 5,1 miliardi spesi in Piemonte nello stesso periodo.

I propositi del piano

Il contrasto al gioco patologico viene esercitato essenzialmente attraverso la capillare informazione circa le insidie celate nell’avvicinarsi al gioco e gli effetti negativi sui soggetti interessati e le relative famiglie. L’attenta formazione di personale sanitario e l’introduzione di efficaci campagne di informazione, diventa primario strumento per il contenimento e la diminuzione della mole di giocatori “a rischio”.

Formazione allargata

Il concetto di formazione, indirizzato sia agli organi di supporto che ai soggetti “deboli”, assume ora una maggiore valenza, coinvolgendo anche figure prima esentate. Le scuole innanzitutto, a diretto contatto con le generazioni facilmente in balia della tentazione della vincita facile e del gioco proibito. E poi  gli esercenti e il personale impiegato nelle sale giochi e scommesse, ora chiamati a vagliare gli utenti identificando quelli che potenzialmente potrebbero rientrare nelle categorie a rischio.

Testimonianza diretta 

La sindaca di Torino Chiara Appendino ha condiviso e sottolineato quello che è stato lo sprone a procedere in modo incisivo verso il ridimensionamento del gioco d’azzardo patologico. La lettera giunta presso l’amministrazione del Comune di Torino a nome di un cittadino sedicente Massimo, caduto nella ragnatela del gap, disegna il percorso che porta da una banale visita a una sala scommesse verso l’annullamento della propria personalità e della capacità di porsi dei freni razionali. L’incapacità di sottrarsi al vincolo creatosi con il gioco, ha rimarcato l’importanza di un intervento sinergico volto a una prevenzione che impedisca l’effettuazione del primo fatidico passo.

Scritto da: Giancarlo Portigliatti

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