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Tar Veneto: ‘Il distanziometro non vale per le sale scommesse’

Piemonte stringe sui videogiochi e slot

Con la Legge Regionale 2 maggio 2016, sono state poste norme riduttive tanto per la collocazione degli apparecchi specificati nell’art. 110 v. 6 e 7.T.U.L.P.S. (distanze minime da siti indicati espressamente nella norma), sia per quanto riguarda l’oscuramento delle vetrine dei locali in oggetto. Così come disposto dall’art 13 comma 1 della citata Legge Regionale, è trascorso il lasso di tempo transitorio di adeguamento riferito agli esercizi commerciali e pubblici, ai locali pubblici o aperti al pubblico, ai circoli privati. E’ opportuno precisare che in presenza di sale gioco e scommesse già esistenti alla data del 20 maggio 2016, il periodo transitorio risulta di 3 anni a partire dalla data di entrata in vigore oppure 5 anni se se le autorizzazioni decorrono dal 1 gennaio 2014.

Corretta applicazione della norma, gli asili nido

I pareri espressi dalla Regione Piemonte contribuiscono in maniera decisiva alla piena interpretazione delle norme. In particolare viene sottolineata l’esigenza di non ricomprendere gli asili nido nella categoria dei c.d.”luoghi sensibili”, in quanto non facenti parte tra gli istituti scolastici di ogni ordine e grado (Scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie), ma compresi in una struttura rivolta alla istruzione prescolastica non obbligatoria.

30 novembre, Comuni piemontesi più forti

A partire da tale data, tutti i comuni sul territorio comunale con più di 5000 abitanti potranno sospendere i videogiochi presenti all’interno di locali pubblici, quali tabaccherie e bar, situati a meno di 500 metri dai luoghi sensibili identificati in scuole di ogni ordine e grado, luoghi di culto, centri di aggregazione giovanile. La distanza viene ridotta a 300 metri in caso di numero residenti inferiore alle 3000 unità.

Dubbi e tensioni

Troppe le esigenze e peculiarità che si intersecano in questo complesso settore. L’importanza di porre freno alla esponenziale crescita del fenomeno della ludopatia, con una spesa pro capite di poco inferiore alle 900 euro a fronte di un apparecchio ogni 150 residenti in Piemonte, male si coniuga con la inevitabile emorragia di posti di lavoro seguenti alla chiusura dei tanti esercizi in possesso di vecchie concessioni non in regola con i nuovi parametri circa le distanze. Un discorso a parte andrà valutato per le sale Bingo, assoggettate ad autorizzazioni dal Viminale tramite le prefetture quindi non intaccate dalla legge regionale. Il timore è che alla chiusura di macchinette e slot nei locali da sempre deputati alla loro gestione, corrisponderà un aumento di aperture in altri siti. Da più direzione viene inoltre catalogato come troppo repressivo l’elenco dei luoghi sensibili, tanto da rendere “fuorilegge” praticamente tutti gli esercizi presenti sul territorio.

Scritto da: Giancarlo Portagliatti

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