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Preoccupati e confusi i concessionari di gioco…

Le preoccupazioni, le incertezze e la confusione regnano “sovrane” nell’ambito del gioco d’azzardo particolarmente, inutile nasconderlo, dopo il divieto della pubblicità generato dal Decreto Dignità, tanto caro al vice Premier Luigi Di Maio. Le associazioni di categoria continuano a percepire le sensazioni dei propri assistiti ed, ovviamente, i rappresentanti di Codere, Sisal e Netwin non possono fare a meno di prenderne atto e di cercare di comunicare questo “stato di malessere” paventato dai concessionari di gioco che denota quanta amarezza e quanta poca fiducia nel futuro si sia instaurata in questi protagonisti del gioco d’azzardo pubblico.

Particolarmente “ci piace” riferire di Codere, nota azienda che si occupa di casino online e che rappresenta un migliaio di persone alle quali dà lavoro e che ha deciso di investire nel nostro Paese. E questo perché assolutamente convinti che il modello italiano di gioco potesse permettere e garantire uno sviluppo serio ed una attività legale con l’ulteriore beneficio di andare a contrastare e sconfiggere l’offerta illecita che, purtroppo, ancora staziona sull’italico territorio. É ovvio che, in un momento come quello che sta vivendo il gioco, quindi di totale incertezza e crisi, bisogna tutelare le proprie risorse per consentire loro di lavorare con equilibrio, dedizione, ma sopratutto con sicurezza.

D’altra parte, però, le concessioni che Codere si è impegnata ad acquisire in questi anni sono sostanzialmente mutate nelle loro condizioni iniziali, ed anno dopo anno ci si è ritrovati nella situazione attuale di crisi che bisogna affrontare… per non affondare. Certamente, uno scenario assurdo per una azienda straniera che ha deciso di fare investimenti nel nostro Paese: in più alla situazione corrente si sono andate ad aggiungere anche le restrizioni imposte dagli Enti Locali, prima di tutto mettendo le attività piemontesi nelle condizioni di sentirsi espulse dal proprio territorio di competenza, costringendo la stessa Codere a rivedere nel modo più totale tutti i piani industriali che si erano preventivati e minuziosamente preparati.

Non senza sottolineare che questa azienda, con il suo operato, continua a garantire occupazione preoccupandosi anche di mettere in campo uno sviluppo sostenibile, promuovendo il gioco responsabile e la legalità. Con queste basi Codere, ma evidentemente anche tutte le altre aziende similari, chiedono al nuovo Governo una prospettiva di stabilità per le proprie imprese per continuare a portare avanti sia una lotta contro l’offerta illegale del prodotto gioco, sia i valori che fanno parte della propria struttura, cioè quelli della certezza del lavoro, della trasparenza e della legalità nell’interesse assoluto dello Stato.

La voce dei concessionari, poi, si fa sentire anche da parte di Sisal che si riferisce al problema centrale ed attualissimo del divieto alla pubblicità del gioco. Pensando a questo divieto Sisal non può che sottoporre due critiche profonde, una di metodo ed una di merito: si contesta il metodo poiché l’approccio che è stato messo in campo è stato effettuato senza alcuna valutazione preventiva ed attraverso una “procedura d’urgenza” che non si ritiene assolutamente giustificata. E la critica di merito, invece, perché se ci si riferisce alla Comunità Europea ed alla sua raccomandazione, risulta chiaro che la pubblicità dei giochi sarebbe da salvaguardare in quanto rappresenta l’unico strumento che consente al giocatore di distinguere l’offerta legale da quella che non lo è.

Se si pensa, poi, al divieto di pubblicità che entrerà in vigore entro un anno, Sisal vorrebbe richiedere al Governo di non vietare, ma bensì di regolamentare, in modo anche ferreo le possibilità di promozione del gioco, introducendo magari nuovi criteri qualitativi. É stata sottoposta al vice Premier Di Maio una proposta dove si espongono soluzioni riguardanti particolarmente alla rete internet che appare quella più difficile da tenere sotto controllo e facendo anche rilevare una difficile attuazione del divieto introdotto. Si spera che durante il percorso parlamentare del Decreto Dignità si possa intervenire con una legge che risulti attuabile effettivamente e che sia, sopratutto, efficace e che risultati coerente con i principi normativi che sono in essere sino a questo momento.

Ultima “voce” che si vuole sentire è quella dell’Amministratore delegato di Netwin: si parla di tassazione (estrema) e si vuole sottolineare che continuare ad aumentare gli importi, cosa che si è concretizzata negli ultimi anni, ha portato un impoverimento forte di tutta la filiera. La sostenibilità della tassazione, sin qui messa in atto, necessita di una profonda riflessione pensando particolarmente ad un futuro del mondo dei giochi, ammesso che il Governo continui a mantenere il gioco e non invece che voglia “depennarlo” dalla vita quotidiana di tante persone. Netwin sottopone di abolire il criterio di tassazione sulla raccolta, e di puntare invece sul margine poiché ciò permetterebbe agli operatori di avere una flessibilità maggiore che sarebbe “utilizzata”, poi, in termini di migliori offerte e di entrate erariali più cospicue.

Neanche da dire che, anche per questa struttura di gioco, i suoi operatori hanno assoluta necessità di stabilità e di certezze per poter affrontare il futuro: programmi ed investimenti devono poter essere affrontati in virtù di “qualcosa” che si spera si possa concretizzare. Altrimenti a cosa servirebbero? Ma il nuovo Governo Giallo-Verde apparentemente sembra non tenere in considerazione le esigenze del mondo dei giochi, od almeno che per il momento non voglia affrontare in modo approfondito, e sopratutto con uno scambio di vedute, i propri programmi relativi al settore ludico. Ha preso la decisione velocissima di varare il Decreto Dignità, con la parte riguardante ai giochi abbastanza “proibizionista”, ma senza conoscere le necessità delle imprese che di gioco vivono, fino a quando potranno farlo. E dopo? Ma chi o come si riempiranno le casse dell’Erario se il gioco dovesse crollare?

La Redazione

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