Il presidente della Provincia di Biella, Emanuele Ramella, chiede il varo di un’ordinanza-tipo con limiti orari al gioco uguali in tutti i Comuni.
Mentre si avvicina a grandi passi la scadenza delle autorizzazioni in essere per gli apparecchi da gioco installati per gli esercizi pubblici, commerciali, circoli privati, prevista per il 20 novembre dalla legge regionale vigente, in Piemonte continuano a tenere banco le modalità di contrasto al Gap portate avanti dai Comuni. Il tema è particolarmente dibattuto dall’assemblea dei sindaci della Provincia di Biella, come spiega a Gioconews.it il presidente Emanuele Ramella.
“Credo sia utile un confronto fra i sindaci della Provincia, per i quali è a disposizione l’assemblea permanente istituita dalla legge Delrio, perché bisognerebbe trovare una forma di ordinanza tipo per tutti i Comuni, con gli stessi limiti, per evitare che i giocatori ‘migrino’ da una città all’altra, e per evitare di rimettere al singolo sindaco la soluzione del problema. Certo, il Gap non si risolve così, e poi un sindaco troppo ‘severo’ rischia anche di dover fare i conti con le rimostranze degli operatori del gioco colpiti dal provvedimento”, sottolinea Ramella.
Il presidente della Provincia di Biella poi si esprime anche in merito alle conseguenze dell’attuazione della legge del Piemonte, dopo
l’appello dei rappresentanti degli operatori del gioco rivolto all’assessorato regionale al Lavoro per la
tutela dei lavoratori del comparto. “Qualsiasi tipo di intervento crea conseguenze. In merito alla perdita di posti di lavoro ricordiamoci che se la Regione decide di intervenire è perché i dati sulla diffusione del Gap sono sconfortanti. Vanno bilanciati gli interessi degli operatori, che comunque svolgono un lavoro legale, e quelli della comunità, socio-sanitari, che però devono prevalere. In questo momento le amministrazioni comunali altrimenti non reggono il colpo, hanno già difficoltà ad erogare i servizi sociali”.
Ramella poi si esprime anche sulla proposta, avanzata da alcuni sindaci piemontesi, di destinare parte degli introiti erariali derivanti dal gioco alle casse dei Comuni che autorizzano le attività. “Non è una buona idea. Non è una questione economica: se incasso una parte delle giocate non risolvo il problema perché non è sufficiente a compensare le spese socio-sanitarie per i malati di Gap, e poi cercare di contrastare questo fenomeno accontentandosi di denaro non mi pare corretto. Non credo che un’amministrazione locale possa fare un discorso simile. Intanto noi sindaci della provincia di Biella continueremo a confrontarci sulla questione delle ordinanze sul gioco, la prossima assemblea dovrebbe tenersi a novembre“.