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Tar Veneto: ‘Il distanziometro non vale per le sale scommesse’

Scelgono il silenzio i 2 principali protagonisti dell’operazione: Game Over..

Operazione “Game over” che ha smantellato il sistema di scommesse on line legato alla mafia. L’imprenditore partinicese Benedetto Bacchi e il presunto socio mafioso Francesco Nania, davanti al Gip Antonello Consiglio si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

 

Come riporta il Giornale di Sicilia, delle 31 persone raggiunte dall’ordinanza di custodia cautelare, solo in poche hanno deciso di rispondere alle domande del giudice, respingendo le accuse e, in molti casi, negando qualsiasi contatto con Bacchi.

Le accuse contestate dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dai sostituti Annamaria Picozzi, Amelia Luise e Roberto Tartaglia, sono a vario titolo di associazione mafiosa, auto-riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, concorrenza sleale, associazione a delinquere finalizzata alla raccolta abusiva di scommesse e alla truffa ai danni dello Stato, nonché di produzione e commercializzazione di droga.

Secondo il pentito Vito Galatolo, Bacchi “si era preso Palermo”. Per gli investigatori, grazie all’appoggio di Cosa nostra, l’imprenditore sarebbe riuscito ad ottenere una sorta di monopolio nel fiorentissimo settore delle scommesse, fatturando anche un milione di euro al mese. 700 le agenzie che è riuscito ad aprire in tutta Italia.

In particolare, sempre secondo la Procura, l’imprenditore avrebbe stretto una specie di accordo societario con alcuni dei più importanti boss: non sono Francesco Nania, ma anche il reggente di San Lorenzo, Girolamo Biondino e con il capo di Porta Nuova Alessandro D’Ambrogio (entrambi non indagati in questo procedimento).

Per gli inquirenti inoltre, Bacchi avrebbe investito per ripulirli, 750 mila euro in un’azienda che ha anche realizzato i supermercati Lidl di Partinico e di Viale Regione Siciliana a Palermo.

L’imprenditore avrebbe anche acquistato per mezzo milione la villa dell’ex calciatore del Palermo Giovanni Tedesco, rimettendola in vendita a un milione e trecentomila euro.

11.02.2018

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