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Slot, gestore multato per mancanza formazione, ma i corsi non ci sono…

Una multa salatissima per una “disattenzione” del Comune. È successo a Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, dove un esercente è stato sanzionato dalla Guardia di Finanza per non aver partecipato ai corsi di formazione disposti dalla Regione Puglia per i gestori e operatori delle sale da gioco. L’esercente in questione, proprietario di un bar dove sono installate slot machine, ha ricevuto una multa di oltre 3mila euro. Il punto, fa sapere l’associazione di gestori Astro, è che la formazione resa obbligatoria dalla legge regionale sul gioco deve essere predisposta dai singoli Comuni; i corsi però, riporta Agipronews, non sono mai stati organizzati a Cellino San Marco.  «Dal punto di vista legale – si legge in una nota dell’associazione – la sanzione non potrà, ovviamente, essere confermata da nessun Tribunale, ma il dato che si deve imporre all’attenzione di tutti è la carenza politica ed amministrativa che tale fatto rivela: il Comune che, a gran voce, richiede poteri e autonomia per disciplinare il gioco in modo da ridurne gli impatti sulla popolazione, si disinteressa di attivare il primo percorso virtuoso per tutelare la popolazione dal rischio di gioco patologico, ovvero organizzare i corsi sui rischi della ludopatia appositamente assegnati dalla legge regionale all’iniziativa comunale». Una mancanza che secondo Astro fa emergere le contraddizioni di alcune leggi: «Da un lato, si vuole preservare il cittadino dal rischio di gioco patologico, dall’altro lato non si vigila sull’attivazione da parte dei Comuni dei corsi di formazione; da un lato si spengono le slot machine (come in Piemonte), dall’altro lato si lasciano accesi i ‘totem’ (apparecchi da gioco fuorilegge, ndr) che in molte province piemontesi hanno già soppiantato il gioco lecito». «È assurdo che una mancanza dell’amministrazione ricada sui gestori – aggiunge Massimiliano Pucci, presidente Astro – Si tratta di una beffa ulteriore, dopo le difficoltà che stiamo vivendo sui territori. A questo punto è lecito chiedersi se le leggi in materia di gioco hanno davvero lo scopo di contrastare e prevenire comportamenti compulsivi, oppure se sono solo spot per accattivarsi consensi elettorali», conclude.

 

La Redazione,  Dir. A. Bargelloni

 

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