Faenza si propone in questo inizio 2018, con un progetto innovativo per arginare il dilagante gioco d’azzardo, affiancando i soggetti preda di questo vizio e i familiari in una terapia sperimentale. Il lodevole proposito si chiama Faenzacontrousura, e vedrà la sinergica collaborazione fra enti pubblici e privati, per la trattazione dello spinoso problema del gioco patologico per mezzo di incontri e terapie che coinvolgano non solo giocatori ma anche famiglie.
Preziosa collaborazione
Il progetto nasce dall’opera di ASP Romagna Faentina, ente pubblico da sempre a sostegno dei soggetti più deboli, la Fondazione Adventum, associazione per l’aiuto e tutela delle persone ostaggio di usura, il Servizio Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL della Romagna, l’Unione dei Comuni della Romagna Faentina. La necessità di un servizio che contempli una così eterogenea collaborazione, nasce dalla inevitabile adiacenza fra il gioco patologico e le criticità sociali, sanitarie, economiche. Il Sert, coinvolto data la sua specificità nelle dipendenze di ogni tipo, ha visto il raddoppio delle psicologhe in supporto alle vittima di gioco e usura. I dati parlano chiaro, nel solo anno 2016 in tutta la provincia di Ravenna sono stati spesi nel gioco 700 milioni di euro, 116 solo nel comune di Faenza. I numeri fanno riferimento al gioco lecito, maggiormente monitorato e “visibile”, subirebbero una consistente impennata se considerati anche i flussi clandestini e sommersi.
Uno sportello sempre in ascolto
Le speranze e i buoni propositi messi in campo dalle parti in causa, sono riposte soprattutto nella funzionalità dello “sportello di ascolto“. Le “vittime” che ne faranno richiesta, avranno la possibilità di concordare un incontro con operatori volontari appositamente formati e addestrati, finalizzato alla creazione di uno specifico tracciato di cura. Tale percorso prevede, e qui si cela l’aspetto innovativo, il trattamento anche dei familiari delle persone cadute nella ragnatela del gioco. I gruppi formati potranno essere psicoterapici, se rivolti ai soli giocatori, psico – educativi se dedicati ai familiari coinvolti indirettamente. Quest’ultimo aspetto, così come la formazione, saranno gestiti dal Servizio Dipendenze Patologiche dell’Azienda USL della Romagna.
Interdittiva antimafia
Cinque sale giochi comprese nel territorio della provincia di Ravenna, hanno visto l’apposizione dei sigilli alle slot machine ad opera della Polizia. I paesi interessati sono Punta Marina, Pinarella, Lido Adriano, Montaletto e Cervia, il provvedimento del Questore prevede la revoca delle licenze per la raccolta di gioco con l’installazione di apparecchi videoterminali con vincita in denaro e di apparecchi elettronici. La presunta affinità con soggetti vicini a famiglie orbitanti in contesti malavitosi, rappresenta il pilastro su cui poggia l’interdittiva antimafia, provvedimento amministrativo con presupposti preventivi emesso dalla Prefettura a metà dicembre. Doveroso precisare che gli avvocati a difesa della società Romagna Giochi di Faenza, hanno già presentato il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale con richiesta di annullamento dei provvedimenti.
Giancarlo Portigliatti