Dati recentissimi dell’Istituto Superiore di Sanità e di altre prestigiose istituzioni scientifiche ci mostrano che nella popolazione generale in Italia almeno una persona su due, nell’ultimo anno, ha praticato il gioco d’azzardo.
“In primo luogo chi gioca – afferma Mons. Angelo De Donatis Vicario del Santo Padre per la Diocesi di Roma – ha un grado d’informazione e di consapevolezza del rischio diffusamente non elevato, con oltre il 40% dei giocatori che non coglie il “caso” e “l’aleatorietà” (cioè l’azzardo), come caratteristica principale dei giochi in denaro e con un 25% che ritiene l’ “abilità” una competenza importante per giocare.
Alcuni filoni culturali e sociali inoltre sostengono che il gioco è fonte di reddito e di benessere per l’intero sistema economico, che innalza il PIL e che pertanto debba essere ulteriormente liberalizzato e addirittura stimolato e pubblicizzato. Tuttavia è evidente, e condiviso anche da buona parte degli esperti, che il benessere di una popolazione e di una nazione non si misura soltanto con indicatori di carattere economico, come mostrano le ricerche sempre più consistenti orientate a sostituire il PIL come indicatore di benessere e di crescita di uno Stato. La diffusione del gioco d’azzardo produce anche effetti di tipo culturale, etico, sociale molto difficili da misurare e quantificare nell’immediato, destinati a propagarsi nel medio e lungo periodo e a incidere sui modelli culturali e di sviluppo individuali e collettivi.
Bisogna perciò intervenire educativamente sui giovanissimi, come ci dicono i dati che oggi vengono presentati, coinvolgendo principalmente la famiglia e la scuola e vigilando sul mondo sugli smartphone e di internet.
Se i giovani saranno a rischio di dipendenza dal gioco d’azzardo o da altre sostanze sarà dovuto anche alle scelte che noi adulti saremo capaci di fare. Non basta dare l’allarme o denunciare i rischi. Tutti noi dovremmo sempre più riprendere in mano il compito gravoso ed essenziale di educare i giovani alla verità della vita e all’uso consapevole e responsabile della propria libertà, che oggi viene invece pensata e presentata come assoluta e intangibile.
È assolutamente doveroso, infine, non lasciare in solitudine le persone che rischiano di precipitare nel vortice del gioco d’azzardo patologico e aiutare quelle che vi sono cadute a risollevarsi.
Dai primi dati emersi dal monitoraggio dell’attività Numero Verde contro il gioco problematico e la dipendenza dal gioco d’azzardo, attivato da alcuni mesi presso l’Istituto Superiore di Sanità, è emerso che circa la metà delle richieste d’aiuto proveniva, ancor prima che dai giocatori, dalle loro famiglie.
A partire da questa evidenza, mi fa piacere informarvi che, per iniziativa del Centro della Pastorale della Famiglia del Vicariato, saremo al fianco dell’Istituto Superiore di Sanità nella promozione e nella diffusione del Numero Verde contro il gioco d’azzardo. Tale iniziativa vuole offrire uno strumento concreto di ascolto, prevenzione e supporto ai giocatori e alle loro famiglie per uscire dall’isolamento.
Vogliamo così non solo evidenziare i pericoli legati al gioco d’azzardo, ma anche contribuire a un aiuto concreto per supportare le famiglie, per prevenire il rischio di cadere in questa drammatica dipendenza e per indicare i percorsi di accesso e fruizione degli interventi specialistici a chi ne fosse affetto”. /Fonte PressGiochi
03.07.2018
Maria Castellano, Giorn. FreeLance