“Nel 2016 l’incremento della spesa per il gioco è stato dell’8% su scala nazionale, del 5,7 in Lombardia, del 7,8 in provincia di Bergamo e del 4 a Bergamo città. Quindi il divieto orario serve”.
Lo afferma il sindaco di Bergamo.
“I dati sono ancor più interessanti considerando alcuni singoli giochi. Come le videolotterie: le scommesse sono aumentate del 5,6% in provincia e solo dell’1% nel capoluogo. Spezzare gli orari è fondamentale perché fa uscire i giocatori compulsivi dalla bolla nella quale vivono. Li obbliga a staccare, li riporta alla realtà. Ma non si è ancora fatto abbastanza.
Ci vuole un accordo nazionale. Il bello è che c’è. Alla Conferenza Stato-regioni, dove io rappresentavo i Comuni, si è deciso di ridurre del 50% il numero dello slot nel giro di tre anni. E la metà che resta sarà inoltre costituita da macchine di nuova generazione, più sofisticate quindi più facili da controllare, per esempio per impedirne l’uso ai minori. Purtroppo la fine della legislatura impedisce che l’accordo abbia effetti pratici, ma il punto politico resta. Già nella legge di bilancio è stata votata la norma che riduce del 30% il numero delle macchine entro aprile.
Credo sia essenziale una seria limitazione della comunicazione. Per esempio, riducendo ulteriormente la possibilità di fare pubblicità al gioco in tivù”.
Nell’eventualità diventi governatore della Lombardia, Gori afferma: “Credo che si debba mantenere la regolamentazione esistente aggiungendo qualche misura già testata con successo a Bergamo. Ogni sindaco dovrà introdurre degli orari “game free”, sarà vietato affiggere i cartelli con le vincite fuori dai locali e giocare a meno di cento metri da banche, bancomat e compro oro”.
Fonte: PressGiochi