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Il sindaco di Siena ferma le scommesse (legali) sul Palio più famoso del mondo

di Lavinia Sarchi

Il Palio dell’Assunta, quello che si corre a Siena l’indomani di Ferragosto, sarà ufficialmente senza scommesse. A differenza di quello di appena un mese e mezzo fa, quando uno dei bookmaker più noti d’Italia aveva consentito di puntare sui cavalli che avrebbero corso il 2 luglio nella celebre Piazza del Campo.

Ecco, nell’articolo della collega senese Lavinia Sarchi, la cronaca di questa strana vicenda e la spiegazione di alcuni aspetti controversi.

SCOMMESSE SUL PALIO DI SIENA: LA QUERELLE COMUNE- SISAL

La scommessa è durata appena cinque ore: non appena il sindaco di Siena ha annunciato che avrebbe presentato un esposto alla Procura della Repubblica, Sisal Matchpoint ha deciso di ritirarla dal proprio palinsesto.

Tutto era iniziato subito dopo la disputa del Palio di Siena del 2 luglio 2018, quando il Comune toscano aveva presentato un esposto contro la Sisal Group Spa. Il giorno della corsa infatti la società che gestisce le scommesse e il gioco online aveva inserito nel palinsesto le scommesse su chi avrebbe vinto la carriera di Provenzano. Le quote e le giocate sono state presenti per qualche ora, dopo di che è stato tutto rimosso.

Il neosindaco di Siena, Luigi De Mossi, il quale peraltro di professione fa l’avvocato, dopo pochi giorni dal suo insediamento, aveva deciso di agire legalmente contro il concessionario italiano. “Un segno chiaro di difesa delle nostre tradizioni – ha tuonato De Mossi-  Non accetterò mai speculazioni sulla nostra Festa”.

Ma che cosa ha portato a questo incidente tra il Comune di Siena e la sigla più storica delle scommesse sportive in Italia? E come mai le scommesse, che sono perfettamente legali sulle corse di cavalli così come sul Festival di Sanremo o il Carnevale di Viareggio, sono vietate per il Palio più famoso del mondo?

L’esposto del Comune di Siena

Non è accettabile che il giorno del Palio sul sito del gruppo Sisal si potesse scommettere sulla corsa, quando questo è vietato oltretutto dalla legge sin dal 2008’ avrebbe detto De Mossi all’indomani del Palio di luglio 2018 vinto dalla contrada del Drago (per la cronaca, la vittoria era bancata a 6,00). La mattina del 10 luglio il primo sindaco di centrodestra della città delpalio, conosciuto e stimato nella cittadina toscana proprio per la sua attività forense, ha così presentato l’esposto alla Procura della Repubblica.

La legge del 2008 a cui fa riferimento De Mossi

La normativa a cui si appella il primo cittadino senese nasce dal disegno di legge numero 1196, che venne convertito in legge con l’approvazione del Senato il 18 novembre del 2008, e riguarda le “disposizioni per assicurare gli adempimenti comunitari in materia di giochi”.

(http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2008-11-19;184)

È stato l’allora sindaco e parlamentare del Pd Franco Ceccuzzi a presentare l’emendamento che introduceva il divieto di scommettere sulle manifestazioni che, come il Palio di Siena, hanno un contenuto storico, culturale e rievocativo prevalente e che non presentano alcun fine sportivo o agonistico. L’emendamento fu approvato grazie al parere favorevole espresso dal relatore, Gianfranco Conte, presidente Commissione Finanze, e dal Governo, rappresentato dal sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze, Alberto Giorgetti e autorizzava il Ministero delle Finanze e l’Agenzia dei Monopoli ad estendere scommesse autorizzate su corse di cavalli ed eventi non sportivi, ma non sul Palio di Siena.

Per di più l’Ufficio Studi del Senato, in merito al comma 8 del disegno di legge precisò: “a titolo esemplificativo, si segnala l’esclusione dalle scommesse del Palio di Siena”.

Allora come adesso l’intento, come dichiarò Ceccuzzi, era quello di “evitare una mercificazione pericolosa della Festa da un lato e dall’altro combattere le scommesse illegali“.

Secondo questa legge, dunque, l’iniziativa del luglio 2018 da parte della Sisal parrebbe illegittima.

E per anni sembra sia andato tutto come sperato dall’amministrazione comunale senese, anche se il fenomeno non è mai sparito del tutto: semplicemente facendo una facile ricerca online troviamo vecchie scommesse del 2013, del 2015. Nemmeno nascoste più di tanto. Un articolo di Tgcom datato 23/06/2015 metteva come titolo principale “Scommesse: Palio di Siena, favorita la contrada del Nicchio”, riportando nel pezzo quali fossero i favoriti secondo i bookmaker. Si trattava, naturalmente, di scommesse quotate da bookmaker stranieri, che quindi non sono sottoposte alla normativa italiana. Che, però, accettavano puntate anche da giocatori italiani.

Negli anni, non potendo contrastare i bookmaker stranieri, i Monopoli di Stato hanno oscurato tantissimi siti online per impedire di raccogliere scommesse in Italia.

Dunque, la politica, la legge, i Monopoli di Stato si sono mossi sinergicamente nella medesima direzione. Anche chi, come Snai, non accettava le scommesse, seppur con ben altra motivazione. Secondo la Snai, era improponibile scommettere solo perché al Palio di Siena, per dirla in maniera semplicistica, non è proprio certo che vinca il cavallo o l’accoppiata più forte, entrano in gioco tante variabili e dinamiche poco chiare, che solo i senesi riescono a capire e interpretare.

La replica di Sisal

Stando alla normativa, quindi, c’è stata una violazione non del regolamento interno alla corsa del palio, ma di una legge nazionale.

E cosa avrebbe spinto Sisal a infrangerla?

Il bookmaker ci ha spiegato che, in realtà, sarebbe stata apportata una modifica proprio alla legge del 2008 e non parrebbe esserci un divieto espresso.
“Nell’ambito del programma complementare ogni concessionario individua le manifestazioni e le tipologie di scommessa su uno o più eventi della manifestazione. I divieti sono individuati dal decreto sul programma complementare e dalla normativa vigente. Non ci sono norme che individuano espressamente un divieto di manifestazioni su cui poter accettare scommesse. Dopo l’apertura a seguito di segnalazione sulla possibile esistenza di un divieto, in collaborazione con Adm (Agenzia dogane e monopoli ndr), è stata approfondita la questione. La legge del 2008 ha operato una modifica della legge precedente” ha fatto sapere Sisal.
“Per l’effetto, risulta che il riordino delle scommesse doveva essere fatto per tutti gli eventi, esclusi quelli riferiti a manifestazioni cui concorrono associazioni che promuovono attività di interesse storico e culturale. Non sembra pertanto esserci un divieto espresso. Approfondendo con i lavori Parlamentari è emerso l’intento di impedire scommesse proprio su eventi tipo il Palio. Il testo normativo però non è chiaro. Tanto che vi sono disegni di legge successivi che hanno riproposto il divieto in maniera chiara e precisa sull’evento. Pur tuttavia a livello cautelare, d’intesa con Adm, si è preferito sospendere l’accettazione delle scommesse sul Palio dopo appena cinque ore dalla loro apertura”.

Stando a queste affermazioni per Sisal non ci sarebbe stata una violazione della legge, quanto più una mala interpretazione di essa.

Tra l’altro ora si pone un’altra questione: in questo lasso di tempo, queste cinque ore in cui le scommesse sono state online e quindi alla portata degli utenti, che flusso di giocate ci sia stato. E le scommesse sono state accettate o rimandate al mittente? Non si conosce la mole di scommesse che sono state effettuate, né se quelle accettate siano andate a buon fine. Ovviamente questo sarà il lavoro della Procura della Repubblica che dovrà valutare l’esposto del Comune e verificare se sono state infrante delle leggi ed, eventualmente, chi avrebbe commesso l’illecito.

Di sicuro, per il Palio del 16 agosto, dedicato all’Assunta, nessun bookmaker italiano offrirà scommesse sull’evento.

Riceviamo e pubblichiamo

La redazione

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