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Non molto tempo fa il nostro giornale si occupò del “BLUE WHALE NON È UN GIOCO” oggi l’Associazione ACOGI ha chiesto alla nostra Redazione di pubblicare una nuova realtà che sta spopolando tra le quattordicenni sino alle ventenni che di certo non è da meno del “BLUE WHALE” certo che la nostra redazione è sensibile a questi fenomeni distruttivi dei nostri ragazzi.

La polizia di Ivrea ha denunciato per istigazione al suicidio e lesioni gravissime la creatrice di un blog, una 19enne residente a Porto Recanati, in cui giovani donne, anche minori, venivano istigate al disturbo alimentare. L’indagine è partita dopo la denuncia della madre di una ragazzina di Ivrea:

Una madre si era accorta che la figlia 15enne stava male, aveva disturbi alimentari, aveva perso peso e voleva perderne ancora. Aveva dovuto anche affidare la giovane alla cura di un psicologo. Poi ha saputo che la figlia seguiva i suggerimenti di una blogger“Pro Ana”, pro anoressia, come ce ne sono molti sul web. Sul suo sito (accessibile soltanto alle iscritte) la blogger spronava le ragazze a perdere peso fino alla magrezza assoluta: “Insieme ce la faremo”, era il tenore delle risposte date a queste adolescenti che chiedevano consigli. Per questi motivi la donna – residente in provincia di Torino – è andata al commissariato di polizia di Ivrea e ha denunciato tutto.

Gli agenti hanno lavorato un anno all’inchiesta. Hanno cominciato creando un account falso e, fingendosi un’adolescente, hanno chiesto l’iscrizione al blog per monitorare i contenuti. Sul sito venivano pubblicati i messaggi inviati dalle altre ragazze iscritte, molte delle quali minorenni di 14 o 15 anni. “Chiedevano consigli su cosa mangiare per poter perdere fino a 10 o 15 chilogrammi”, spiega il commissario Gianluigi Brocca. L’amministratrice del blog “pro Ana”, una 19enne di Porto Recanati (Macerata), postava diete che prevedano pochissime calorie e consigli stravaganti e pericolosi come, ad esempio, quello di assumere soltanto acqua. Poi le spronava a perseguire il loro intento, la magrezza estrema. Secondo gli investigatori, però, così facendo le induceva all’anoressia e a disturbi psicologici.

Per questo dopo aver scoperto l’identità dell’amministratrice, gli agenti della polizia hanno denunciato alla procura di Ivrea la giovane ipotizzando due reati: lesioni gravissime e istigazione al suicidio. Inoltre hanno chiesto ai magistrati che il blog venga oscurato. Sulla rete, però, sono moltissimi i blog, ma anche i forum, gli account Instagram e i gruppi Whatsapp, con cui si promuove il pensiero “pro Ana”, il mito dei 40 chilogrammi di peso e del corpo scheletrico. Si stima che in Italia ci siano almeno 300mila siti che in qualche modo caldeggiano l’anoressia, malattia che – secondo gli esperti – anche grazia al web, ai video e alle chat sta diventando sempre più social e virale. Inutili, finora i tentativi di porre un freno a livello legislativo, nonostante diverse proposte in Parlamento.

La redazione: CifoneNews

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