Gli spot televisivi di gioco d’azzardo sulle tv norvegesi nell’ultimo anno sono costati agli operatori circa 78 milioni di euro (743 milioni di corone norvegesi). Ma si tratta solo degli spot che pubblicizzano gioco offshore, ovvero offerto da operatori stranieri che non hanno la licenza norvegese.
Una contraddizione dovuta a una scappatoia contenuta nella normativa sulle telecomunicazioni grazie alla quale è possibile pubblicizzare gioco on line non regolare su canali che, pur essendo trasmessi in territorio norvegese, provengono da stazioni televisive che risiedono all’estero.
L’authority del gioco, la Norway gaming authority(Nga) sta spingendo per l’approvazione di una legge che impedisca questo tipo di pubblicità e che dovrebbe essere entrare in vigore tra un mese, il 5 di settembre, dopo l’approvazione della Commissione europea.
Si calcola che gli operatori offshore sottraggano al fisco norvegese introiti che vanno oltre i 2 miliardi di corone norvegesi (quasi 210 milioni di euro). Ma secondo i vertici della Nga, i siti di gioco che operano fuori della giurisdizione norvegese costituiscono anche un rischio per i consumatori, visto che non hanno gli obblighi di tutela del giocatore che invece vengono imposti agli operatori in possesso di licenza. Tutele che sono costituite, essenzialmente, dal sistema di autoesclusione, grazie al quale il giocatore che si rende conto di non sapersi controllare chiede che gli venga impedito di giocare, e dai limiti di spesa che vengono stabiliti per ogni giornata, per ogni settimana e per ogni mese.
Le società che possono legalmente operare gioco d’azzardo on line in Norvegia sono solo due: la Norsk Riskoto, per le scommesse ippiche, e la Norsk Tipping, per le lotterie, le scommesse e altri giochi. Nonostante la concorrenza sleale del gioco on line offshore, il gioco legale in Norvegia vale l’equivalente di 4,5 miliardi di euro. Ed è cresciuto del 65,7% rispetto al 2012.
Riceviamo da Giampiero Moncada e pubblichiamo