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Toscana: Tutti i comuni sono d’accordo contro il gioco d’azzardo

In attesa che il nostro Governo centrale si esprima sul mondo del gioco pubblico, lo regolamenti ed emetta norme che tutelino sia il territorio, che i giocatori che le imprese che di gioco vivono, così come promesso, concordato e sottoscritto per quanto riguarda le imprese nel famigerato accordo sul riordino uscito dalla Conferenza Unificata tra Stato, Regioni ed Enti Locali, si è riferito più volte che ancora oggi “ognuno fa da sé” ed ogni territorio si protegge come meglio crede, o meglio protegge il proprio “orticello” cercando, però a volte, anche di “unire alcuni territori” sotto un’unica regolamentazione per mettere in condizione il giocatore di avere normative omogenee che non vadano a sfavore di questo o quell’esercizio di questa o di quella città. Cosa che, peraltro, avrebbe dovuto fare lo Stato centrale con una sorte di Testo Unico sul gioco che in tanti operatori stanno aspettando ormai da tempo.

Probabilmente, sembra più complicato a dirsi che a farsi e ritornando ad un fondamento che risale ai “vecchi tempi andati” che si esprimeva sottolineando che “l’unione fa la forza”, ci si trova in Toscana dove i Comuni di Castelfranco di Sotto, Fucecchio, Montopoli, San Miniato, Santa Croce sull’Arno e Santa Maria a Monte hanno voluto uniformarsi ed emettere una nuova regolamentazione per le sale giochi, videogiochi, negozi per il gioco, centri scommesse e tutte le attività similari che siano comprese nell’estensione di tutti questi territori in provincia di Pisa.

Quindi, tutti questi Comuni insieme hanno convenuto di usare un regolamento unico per rispondere alla necessità di arginare la crescita del fenomeno del gioco d’azzardo che, da tempo, in quel territorio sta coinvolgendo troppi soggetti particolarmente influenzabili, provocando derive che un “intrattenimento come il gioco” non dovrebbe causare. Bisogna, difendersi da queste conseguenze con forza anche se, per fortuna, gli individui che ne sono coinvolti non sono la maggioranza di chi frequenta il gioco d’azzardo, ma proprio perché sono una minoranza vanno particolarmente assistiti, difesi ed aiutati ad uscire dalle conseguenze che l’abuso del gioco d’azzardo può provocare se non viene contenuto su “strade e percorsi responsabili”.

Bisogna impostare l’informazione e la cultura del gioco, innanzitutto, per evitare simili dipendenze e derive: sono questi gli strumenti indispensabili per riuscire a “combattere il gioco problematico” e non certo i distanziometri o le fasce orarie che stanno creando forse più danni che risultati positivi. Il pensiero di non schierarsi singolarmente contro il gioco, ma di seguire una “logica di distretto” è stato deciso con l’intendimento di tutelare e proteggere tutto il territorio e per affrontare questo tipo di problematica che per essere sconfitta ha certamente necessità di interventi coordinati e sopratutto condivisi.

Questo tipo di “provvedimenti congiunti” sono ancora oggi, purtroppo, una sorta d “novità istituzionale” ed una rivoluzione della pianificazione commerciale, sopratutto se si riferisce ad un comprensorio come quello in cui sono stati applicati: riguardano da vicino oltre che le sale giochi ed i punti di gioco e centri scommesse anche tutte quelle attività commerciali ospitate dal territorio che hanno già installato od intendono installare apparecchiature da gioco lecito di qualsiasi tipo ed attengono anche i circoli privati, secondo le disposizioni limitative della possibilità di sostituire od installare nuovi apparecchi. Il nuovo regolamento è molto rigido e limita al massimo e su quanti più luoghi possibile, l’apertura di nuove attività che possano comprendere l’installazione di giochi con vincita in danaro. Ovviamente, l’intendimento e l’obbiettivo del provvedimento è esattamente quello che riguarda le nuove attività commerciali, poiché agire su diritti già acquisiti… non è possibile, ma in ogni caso anche i limiti relativi alle attività già esistenti sono comunque stati irrigiditi.

É evidente, di conseguenza, che coloro che intendessero affacciarsi al business del gioco d’azzardosi dovranno confrontare con queste nuove disposizioni: oltre alla distanza di minimo 500 metri dai luoghi sensibili è stata prevista anche una dotazione di parcheggi rispetto alla capienza dell’attività commerciale e questo per la quiete pubblica e per la salvaguardia della tranquillità cittadina: e, quindi, le aree in cui sarà possibile mettere in essere nuove installazioni, con tutte le normative che le riguardano, saranno assai limitate. Si vuole sottolineare, ancora una volta, che questo percorso normativo che ha portato all’idea dei Comuni del Comprensorio del Cuoio di una strategia comune con l’approvazione di un nuovo regolamento sul gioco lecito, si è sviluppato in sintonia con la crescita della sensibilità in materia ludica e con l’aggravarsi dei problemi connessi al gioco: si è ragionato molto profondamente sull’esigenza di proteggere gli strati più sensibili della popolazione, cercando di tenerli lontani dalle attività di gioco, qualunque esse siano: dai più banali gratta&vinci (che è stato dimostrato che tanto banali non sono) alle famose macchinette.

A sostegno di questa iniziativa, qualora ve ne fosse bisogno, il Comprensorio sottolinea che l’Italia è il terzo Paese nel mondo per il volume di gioco d’azzardo ed il primo per spesa pro capite: il giro di affari del settore è impressionante poiché nel 2016 gli italiani hanno speso nel gioco 95 miliardi di euro. Cifra record proveniente prevalentemente dalle slot machine, vlt, new slot: dati comunicati dalle Amministrazioni di questi Enti Locali pisani e riferiti a questi strumenti di gioco che nel corso degli anni sono esponenzialmente cresciuti a “discapito della sicurezza di taluni cittadini”, ma per il compiacimento di tal’altri.

La Redazione

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