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Roma, Enada Workshop: per Distante e Cardia serve riordino complessivo del settore gioco

Alla seconda edizione dell’ ‘Enada Workshop’ di Roma si è discusso della necessità di regolamentare in maniera corretta l’intero mercato del gioco legale.

Ad aprire l’evento il presidente Sapar, Domenico Distante: “Serve un riordino generale per tutto il settore degli apparecchi da intrattenimento. Non un riordino frammentato. Serve fare distinzione tra il gioco legale e quello illegale. Come associazione abbiamo sempre cercato il confronto con le istituzioni. Come operatori siamo sempre molto attenti ai temi legati ai rischi del gioco e delle dipendenze. Non possiamo svolgere un ruolo assegnatoci dallo Stato con vergogna”.

A fargli eco il presidente di Acadi, Geronimo Cardia: “Serve un riordino complessivo. Lo hanno detto tutte le persone intervenute oggi. Serve un intervento su tutte le verticali distributive del sistema, perché intervenire prima su un settore rispetto ad un altro potrebbe sfalsare l’equilibrio delle altre parti del sistema. Serve una riforma organica che impedisca la follia dell’applicazione dei distanziometri e differenti tra le varie regioni che tanti danni hanno fatto alle piccole e medie imprese. La principale garanzia di legalità – ha aggiunto Cardia – è l’offerta generalista rappresentata, sui territori, da bar e tabacchi. Parliamo di 75.000 punti in ben 6.044 dei 7.901 comuni italiani. Bar e tabacchi che assicurano la presenza di prodotti di gioco di Stato, un gettito erariale da emersione degli apparecchi  sviluppato con le sale di 5,9 miliardi di euro e che con le altre offerte del territorio danno lavoro a 140.000 occupati. Una garanzia che consente la tutela dell’ordine pubblico sui territori e contrasta il riciclaggio proveniente da attività criminose”.

E ancora Cardia: “Sulla delicata e importante questione del disturbo da gioco d’azzardo, Acadi si è impegnata concretamente sottoscrivendo con la Società Italiana di Psichiatria Sociale (SIPS) un protocollo di intesa per lo sviluppo di iniziative scientifiche per la prevenzione ed il contrasto al disturbo da gioco d’azzardo, per combattere in maniera efficace questo grave fenomeno. Solo il comparto del gioco pubblico fornisce queste garanzie fondamentali per lo Stato e la legalità. Per questo il presidio dei territori, così come del web, da parte dello Stato deve essere tutelato. Se lo Stato arretra, si finisce per favorire l’illegalità. Se il territorio viene penalizzato anche solo indirettamente, si finisce per favorire l’illegalità, per perdere gran parte del gettito e dell’occupazione. Pertanto il riordino, anche nella sua fase di attuazione, deve riguardare l’intero comparto e non solo una parte di esso. Proprio perché quando si mette mano alle regole si deve avere ben chiaro che le conseguenze che si possono determinare rischiano di essere in concreto controproducenti se si riflettono su altre verticali distributive del gioco.  Senza tenere conto di questi aspetti verrebbero pregiudicati gli interessi costituzionali attualmente tutelati principalmente dalla rete generalista”.

La Redazione

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